giovedì 30 aprile 2009

Smarrito il bagaglio, smarrita la tutela


L'anno scorso le compagnie aeree dell'Ue si sono perse 33 milioni di valigie. La Commissione annuncia un'inchiesta e pensa a un nuovo regolamento sui diritti dei viaggiatori

È quando le valigie fanno capolino sul nastro che il sospetto inizia ad insinuarsi, ma quando è ormai chiaro che quella che manca è proprio la nostra l'Odissea che ci aspetta è una certezza. Denuncia, richiesta di risarcimento, raccomandate e telefonate al call center della compagnia aerea con risvolti talvolta tragicomici. Di solito si ride dopo, quando la valigia viene ritrovata. Ma non sempre. Tony Wheeler, il creatore delle guide Lonely Planet un anno fa ha scritto nella sua rubrica su Internazionale dei disguidi avuti con Air Canada, Pacific Sun, la Emirates, ma «della volta che l'Alitalia due anni fa ha perso le mie valigie sul volo per Palermo preferisco non parlare».

A tutti è successo almeno una volta, ma nei cieli dell'Unione Europa forse si diraderà qualche nuvola dopo l'annuncio di un'inchiesta sul'incredibile numero dei bagagli che vengono smarriti: ben 32,8 milioni, un numero enorme ma in calo dal momento che nel 2007 erano stati 42,7. I dati sono della Sita - Società internazionale di telecomunicazioni aeronautiche -, che ogni anno effettua queste analisi. Anche il numero dei bagagli definitivamente persi o rubati è sceso, passando da 1,28 milioni a 736mila. Negli ultimi tre anni la percentuale di valigie perse nelle operazioni di scalo si è ridotta del 12% (dal 61% del 2005 al 49% del 2008), facendo risparmiare all'industria del trasporto aereo 800 milioni di dollari. Non basta, dice il vicepresidente della Commissione Ue ai Trasporti Antonio Tajani, che già davanti ai dati dell'AUC - il Consiglio degli utenti del Trasporto Aereo del Regno Unito - diffusi all'inizio dell'anno aveva parlato di numeri «allarmanti». «La tutela dei diritti dei passeggeri è componente essenziale della politica europea dei trasporti. La Commissione vuole essere vicina ai cittadini, fornendo soluzioni pratiche ai loro problemi. È per questo motivo che ho deciso di agire immediatamente per far luce su questi dati allarmanti che, qualora venissero confermati, mostrerebbero la necessità di un forte intervento politico».
Informazioni dettagliate sono state chieste da Tajani al Consiglio Internazionale degli Aeroporti, all'Associazione Europea delle Compagnie Aeree e ad altri soggetti interessati, fra cui l'AUC che ha divulgato per primo le notizie. Tempo un paio di mesi necessari per raccogliere le informazioni, si pensa a Bruxelles, e si passerà ad analizzare e verificare il dossier. L'obiettivo è duplice, ci spiegano dalla vicepresidenza: da un lato parificare i diritti sui bagagli a quelli dei voli, dall'altro stilare un nuovo regolamento (in un anno, si spera meno) che racchiuda tutti i diritti dei passeggeri. Un passo importante per la tutela di chi viaggia.
Al momento non c'è un rispetto diffuso del tema pur essendoin vigore diverse normative: principalmente la numero 889/2002 sugli incidenti e la 261/2004 per il negato imbarco, la cancellazione del volo o il ritardo prolungato e il cambio di classe, riassunte con altre disposizioni nella sesta edizione della Carta dei diritti del passeggero, curate dall'Enac e distribuita da marzo. In ognuno degli Stati membri dell'Ue il compito di controllare e vigilare sull'applicazione delle normativa è infatti affidato ai Neb, National Inforcement Body - in Italia l'Enac. Malgrado la loro utilità nel facilitare la protesta, insieme alle associazioni dei consumatori, la mancanza di un intermediario rende molto spesso vani i tentativi dei passeggeri di far valere i propri diritti. Da sempre le compagnie aeree, in modo più o meno palese, interpretano in modo riduttivo i loro obblighi, rispondendo al passeggero, ciò che vogliono. Perché qualcosa cambi tuttavia sarà necessario un largo consenso politico: dopo la non brillante diplomazia ceca, che terminerà la presidenza Ue a giugno, la speranza è nelle mani di Svezia, Spagna e Belgio.

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