martedì 23 giugno 2009

I riti magici di San Giovanni in Europa




Nel territorio di Baden-Baden, dalla mattina del giorno della vigilia di San Giovanni i bambini passavano per le case dei villaggi e per le campagne a fare questua di materiali da bruciare la notte. Il ragazzino che avesse raccolto più roba avrebbe garantito alla propria famiglia il raccolto più abbondante. Anche in questo caso, la pratica sottintende la precisa relazione esistente, presso le tradizioni germaniche, tra i fuochi di mezza estate ed il raccolto agreste abbondante e l'allevamento del bestiame.
Così nelle campagne di Eldersleben, durante l'accensione dei falò la gente piantava per terra un palo al quale legava un barile di birra. A turno le persone spingevano il recipiente con ogni mezzo: i movimenti della botte intorno al paletto erano interpretati come una più o meno abbondante fecondità degli animali allevati. Poi sarebbe stato doveroso fare una sbornia propiziatrice collettiva.
In Austria le tradizioni somigliarono molto a quelle tedesche. In certe zone del Tirolo la gente gettava in alto i tizzoni accesi, faceva rotolare sul terreno una ruota di paglia incendiata, così come dava alle fiamme il simulacro dell'uomo-angelo. Nella bassa valle del fiume Inn a questa immagine fu affibbiato il nome di Lotter ( o Luther, anche Tatermann), e fu credenza che se durante la notte della vigilia di San Giovanni ci si fosse lavati in tre pozzi diversi, si sarebbero incontrati tutti coloro destinati a morire durante l'anno.
In Carinziala gente, dopo aver assistito ai fuochi fino al loro spegnimento, dopo averci saltato sopra per evitare l'evenienza di febbri, dava fuoco ad un carro che veniva spinto e fatto ruzzolare lungo un pendio. Dai sobbalzi durante il percorso un indovino, rigorosamente femmina, traeva presagi circa il raccolto di fieno e sulla fecondità dei greggi di capre e di pecore.
Nei dintorni della città di Gratz vigevano alcune varianti: i giovani contadini tagliavano nei giorni precedenti San Giovanni un piccolo abete piantandone il fusto in una collinetta, mentre le ragazze lo addobbavano con ghirlande di fiori legate insieme da nastri rossi.
Il legname da ardere durante la festa dei fuochi veniva accatastato sotto l'abete, ed al tramonto del giorno della vigilia la gente accendeva la catasta ottenuta.

Mentre guizzavano le fiamme, i ragazzi si arrampicavano sull'albero e gli toglievano gli ornamenti. Questi venivano poi lanciati verso le ragazze disposte intorno al falò, che li dovevano prendere prima che toccassero terra. La fanciulla che riusciva ad afferrare una ghirlanda si sarebbe con buone probabilità maritata entro l'anno con il ragazzo che gliela aveva lanciata. Poi la coppia formata in questo modo bizzarro, si esibiva in una serie di salti sul fuoco acceso ai piedi dell'abete, chiamato familiarmente “tanner”. Le ghirlande di fiori rimaste dalla festa erano poi frantumate dalla gente e i frammenti portati nelle case affinché preservassero gli abitanti dalle febbri e da ogni malattia. Oppure i frammenti di ghirlanda venivano mangiati dalle persone e dagli animali, giacché era credenza che in questo modo fossero preservati da ogni attacco di malocchio o di stregoneria.
Nei paesi dell'Europa dell'est, la festa di San Giovanni seguiva svolgimenti e rituali analoghi pur presentando accenti più paganeggianti. Nella Russia Bianca, le coppie di giovani sposi danzavano e saltavano attorno ai fuochi reggendo fra le braccia l'effige di legno di certo Kupalo, presumibilmente una divinità agreste degli antichi culti precristiani.

In certi territori dell'Ungheria la gente gettava ramoscelli di betulla sui fuochi e, tra lo scoppiettio delle foglie, innalzava voti a San Giovanni affinché vigilasse sulle coltivazioni e sugli allevamenti. Le popolazioni baltiche credevano che i fuochi di mezza estate tenessero lontani gli spiriti malvagi della natura: se qualche incauto non li avesse accesi o celebrati a dovere, i giorni seguenti avrebbe trovato il suo deposito di orzo pieno di foglie pungenti, e quello d'avena mutato in gramigna.
La vigilia della festa ed il giorno della ricorrenza, nella città estone di Mealz era usanza eseguire una processione di maiali per le vie urbane. Il più bello e pasciuto veniva poi legato per le zampe e gettato vivo nel falò con le fiamme più alte. L'atto sarebbe stato una reminiscenza dei sacrifici all'antico dio estone della fertilità, certo Magio. L'usanza di gettare un maiale vivo sul fuoco fu successivamente condannata dal clero cristiano locale, ma perdurò nelle campagne fino alla fine del secolo XIX.
Quasi indistintamente, nei paesi scandinavi, alla vigilia di mezza estate, si accendevano fuochi negli spazi aperti ed all'interno delle città e dei villaggi. I norvegesi credevano che i fuochi potessero far evitare le malattie di uomini e di animali. Sembra che l'usanza sia seguita anche oggi in certi territori del nord del paese e che i fuochi abbiano anche ora lo scopo di allontanare le streghe.

Sempre in ambito stregonico, in Svezia si credeva che, nella ricorrenza dei fuochi, le streghe fuggissero dai boschi a cavallo delle scope o di bastoni per raggiungere la dimora della Grande Strega, situata nei pressi del villaggio di Blocksberg, vicino ad Uppsala.
In Danimarca, la vigilia di San Giovanni era la ricorrenza più festosa dell'anno, con importanza forse superiore allo stesso Natale. Anche oggi nel territorio di Broemer oltre che con l'accensione dei falò, la ricorrenza è celebrata con spari e con fuochi d'artificio. Secondo la tradizione, i falò danesi devono essere accesi nei crocicchi con nove diversi tipi di legno e al culmine delle fiamme vengono gettate grandi quantità di funghi velenosissimi, i cosiddetti “bear ann”, al fine di vanificare le influenze dei trolls e degli altri spiriti ostili della natura.
Tuttavia presso le popolazioni dell'Europa settentrionale, come peraltro in certe zone della Siberia, la ricorrenza di mezza estate era soprattutto la festa dell'acqua oltre che del fuoco. Infatti fu credenza pagana che certe fonti sacre in quel giorno acquistino particolari virtù curative: la cittadina danese di Oerosberg dove esiste una famosa antica sorgente d'acqua sulfurea, anche oggi ogni anno, nel giorno del ventiquattro giugno, diviene meta di moltissime persone bisognose di verificarne gli effetti terapeutici.

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