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venerdì 27 marzo 2009

Associazione Strabordo

Giovedì ho trovato un articolo sui viaggi dei diversamente abili: sì perchè anche loro hanno diritto a viaggiare e forse lo sanno fare meglio di noi, pur tra tante difficoltà, ed ho scoperto l'esistenza dell'Associazione Strabordo fondata da tre amiche di cui, qui di seguito, potrete leggere notizie più dettagliate. I diversamente abili sono esseri umani come tutti gli altri con la voglia di conoscere, di vedere, di raffrontare, di amare, di criticare. Queste tre giovani donne che hanno deciso di mettersi al servizio dei "meno fortunati" sono veramente da ammirare ed imitare....


Ciao, ci presentiamo; siamo tre amiche, nell'ordine da sinistra a destra: Stefania, Valeria e Paola. Stefania biologa, fanatica della fotografia, Valeria fisioterapista, progetta sogni, Paola logopedista, amante del mare.
foto Associazione
Stefania, Paola e al centro la "presidentessa" Valeria in viaggio in Marocco
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L'Associazione Strabordo, straordinari a bordo di un sogno, è nata dalla nostra passione per il viaggio che secondo noi è un modo bellissimo per crescere. Il confronto con realtà che non sono quelle quotidiane ma ricche di diversità, di novità e, perché no, di piccole difficoltà da superare, è certamente un ottimo stimolante per tutti. Le difficoltà che spesso si incontrano sono dovute anche alle barriere architettoniche e psicologiche che si trovano un po' ovunque in modo particolare, quando si vive in carrozzina. Il piacere della conoscenza però, è tale da indurci a credere che è possibile abbattere o talvolta forse solo aggirare queste barriere: l'importante è poter proseguire lungo il cammino.
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Cosa facciamo.
Sappiamo per esperienza personale che organizzare un viaggio è sempre molto difficoltoso e per questo abbiamo pianificato alcuni punti sui quali si fonda la nostra attività :
  1. collaborare con l’agenzia di viaggio nel progettare l’itinerario.
  2. effettuare il pre-scouting per verificare dettagliatamente la fattibilità del viaggio e l’accessibilità degli alberghi
  3. informare i viaggiatori su quelle barriere che non possono essere aggirate; chi parte, quindi, saprà preventivamente cosa dover affrontare
  4. organizzare nuove edizioni del viaggio già testato, formando un gruppo costituito da un numero equilibrato tra abili e disabili. L’agenzia di viaggi sarà presente ad ogni riedizione con un suo rappresentante.
  5. promuovere una cultura di accoglienza e sensibilizzare l'opinione pubblica verso i problemi delle persone disabili mediante iniziative, eventi pubblici, presenza sui mass media, nella convinzione che una società con meno barriere è una società migliore per tutti.
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A chi ci rivolgiamo.
Proponiamo i nostri viaggi a tutti, abili e disabili prestando sempre attenzione a garantire la qualità e l'economicità delle proposte.
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Viaggiatori con disabilità.

Vorremmo invitare a salire a bordo chiunque, ma l'Associazione deve ancora crescere e, per il momento, siamo in grado di proporre viaggi adatti per lo più a paraplegici o comunque a persone con un buon uso degli arti superiori accompagnati da un amico.
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Viaggiatori abili

L'invito a salire a bordo è rivolto anche agli "abili" che amano viaggiare, conoscere nuove persone e se serve, non hanno incertezze a dare una mano per risolvere qualche piccolo problema. È un nuovo modo per stare insieme. Ognuno fa la sua parte, si è compagni di viaggio nel senso più ampio del termine, si è cioè di compagnia l'uno all'altro sostenendosi al bisogno. L’attenzione alle esigenze delle persone disabili non altera in alcun modo la bellezza del viaggio e non ne limita la godibilità.
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AAA cercasi….
L’associazione sta cercando viaggiatori volontari disponibili ad aiutare i disabili che viaggiano senza un amico che li accompagni.
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Costi

L’attività dell’Associazione Strabordo è svolta come volontariato e quindi è in forma totalmente gratuita ed in alcun modo va ad influire sul costo del viaggio.
Tutti i partecipanti pagano la quota stabilita dall’agenzia di viaggi che si occupa interamente dell’aspetto economico.

giovedì 26 marzo 2009

Diversamente abili in viaggio

Le ragazze speciali
vanno dappertutto


Nepal, Marocco, Namibia e poi le capitali europee: a bordo di un sogno, tra amiche straordinarie, non c'è avventura che non valga la pena d'essere tentata. Anche e soprattutto se uno scherzo del destino ti ha costretta su due ruote

«Noi ne siamo convinti: la diversità è una ricchezza, non è qualcosa che debba essere inteso come penalizzante»: a parlare è Stefania Cipolletta, biologa di San Severino Marche, da trent'anni «su ruote», fondatrice dell'associazione Strabordo - straordinari a bordo di un sogno insieme con le amiche Paola Benvenuti, logopedista, Valeria Poeta, fisioterapista, e Graziella Monacelli, impiegata. Se è vero che le «brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive dappertutto» non dispiacerà a queste ragazze speciali, instancabili donne-avventura traboccanti di nuovi progetti, lasciare la santità a chi si accontenta del quieto vivere della propria "normalità". Ed è proprio di queste passioni da giramondo, condivise con amici e socie, che parliamo con Stefania.
Perché questo nome, Strabordo?

Ci piaceva coniugare l'idea del diverso con quella dello stra-ordinario, del fuori dall'ordinario. E noi così vogliamo essere, straordinari all'interno di un sogno, quello di contribuire a un cambiamento profondo delle coscienze. Un cammino lunghissimo e appena avviato, ma nel quale crediamo molto.
Cosa si propone l'associazione?

Organizziamo viaggi accessibili ai disabili che siano belli e non mortificati, con un occhio particolare all'esigenza di renderli appetibili anche ai cosiddetti "abili", visitando tutto il possibile e in media anche più di quanto si faccia nei viaggi organizzati dai normali tour operator.
Quindi non partite "soli"

Coinvolgiamo amici o persone interessate a fare un'esperienza diversa: in genere non aggreghiamo più di 10-12 persone. Il viaggio dev'essere entusiasmante per tutti, senza limitazioni. A me piace il rischio, però io stessa mi sono trovata in situazioni difficili alcune volte, per cui è importante che, negli imprevisti, ci sia qualcuno che possa trarci d'impaccio. Anche se per esperienza constato che spesso siamo noi disabili quelli più abituati ad affrontare e a risolvere le difficoltà.
Quando organizzate un viaggio, quali sono le prime verifiche che fate sul Paese che andate a visitare?

Iniziamo scegliendo le mete che ci piacciono, non andiamo mai per esclusione. Ci appoggiamo a un'agenzia di San Severino Marche, Movimondo, che ci aiuta a verificare la disponibilità degli alberghi e dei mezzi di trasporto. Poi il primo viaggio di perlustrazione lo facciamo noi stessi di Strabordo, insieme con amici "collaudati", per constatare di persona l'effettiva accessibilità delle strutture. A volte sulla carta va tutto bene, ma poi magari i bagni sono troppo stretti o c'è un gradino la cui difficoltà è sfuggita a chi non ha problemi a muoversi. Verifichiamo anche che gli spostamenti non siano troppo faticosi e che, nel caso, ci siano lungo il tragitto bagni accessibili. In caso contrario abbiamo imparato a dotarci di tende che si montano in un paio di minuti per le soste d'emergenza, come abbiamo fatto in Namibia. In altri casi ci siamo dotati di maniglie per facilitare la salita su jeep troppo alte. Quando è tutto organizzato, mettiamo a disposizione degli altri il pacchetto del viaggio.
Qual è il Paese più attrezzato per accogliere i disabili?

Ultimamente siamo stati in Namibia. Siamo partiti con una certa preoccupazione, convinti di incontrare chissà che problemi e invece abbiamo scoperto un paese iperattrezzato, con una capitale accogliente e piena di agevoli rampe. Il tema di quel viaggio è stato appunto l'«abbattimento dei preconcetti», soprattutto nostri nei loro riguardi. In Germania, Inghilterra e Spagna si sta molto bene, il Kenya è poco attrezzato ma umanamente molto disponibile. Perfino in Nepal ci hanno aiutati parecchio.
Immagino che il Paese più ostile, sul piano delle infrastrutture...
Sì, è l'Italia, purtroppo. Al confronto della Namibia, Milano, Torino e Roma sono davvero l'Africa. Ogni volta che rimpatriamo ci assale la tristezza di tornare in un Paese in cui dappertutto ci sono scale inaccessibili e perfino gli edifici nuovi o ristrutturati presentano solo ostacoli per noi.
Prossime tappe?
A giugno andremo a Londra, poi di nuovo in Marocco e, a settembre, ancora in Namibia. A fine anno, viaggio in Patagonia in quad. Un'esperienza che ho già fatto nel deserto, sei anni fa, durante una mille chilometri in cui i ruoli, tra abili e disabili, si erano invertiti: loro insabbiati coi fuoristrada e noi, che andavamo anche in solitaria col Gps, a fare da trait d'union per i soccorsi. Per cui il tema guida del viaggio in Patagonia sarà: «ognuno è protagonista»: lì il disabile, in genere trasportato, sarà messo alla guida del suo mezzo.
Il viaggio proibito, ma sognato?

Non c'è. Abbiamo scoperto che la nostra condizione ma anche quella di tutti dipende essenzialmente dal mondo che ti accoglie (o respinge) e da come ci si organizza di conseguenza.