mercoledì 29 gennaio 2025

Diario di viaggio nella Patagonia argentina e cilena (novembre 2024 - quinta ed ultima parte))

Continuo  il mio diario  percorrendo con voi l'ultima parte del mio viaggio. Questa volta vi porterò   nella Patagonia argentina.

Questi i link delle quattro precedenti puntate: https://erikanapoletano.blogspot.com/2025/01/diario-di-viaggio-nella-patagonia_26.html

La mattina, alla frontiera argentina di Cancha Carrera, siamo stati raggiunti da un altro pullman ed un'altra guida locale parlante italiano e ci siamo diretti verso  El Calafate, una bellissima cittadina  all'interno del paesaggio patagonico della pre- cordigliera. Abbiamo impiegato diverse ore per raggiungerla.

Il giorno successivo abbiamo dedicato l'intera  giornata alla navigazione in catamarano sul braccio nord del lago Argentino.  Abbiamo potuto vedere   da vicino,  fino quasi a toccarli, i ghiacciai Upsala e Spegazzini.  Icebergs enormi,  dalle forme più strane (e la nostra fantasia  ci  ha fatto  intravedere in essi, per esempio, dei visi, degli animali, degli oggetti) galleggiavano sull'acqua in un silenzio profondo interrotto, ogni tanto,  dal rumore fragoroso di  altri pezzi di ghiaccio che si staccavano dalle pareti  dei ghiacciai circostanti. Dopo alcune ore di navigazione siamo scesi nella Base Spegazzini dove abbiamo raggiunto il Rifugio omonimo che ci ha permesso di osservare tutta la baia  ed i ghiacciai che si trovano intorno. Dopo pranzo, prima di riprendere la navigazione, abbiamo fatto una passeggiata lungo la spiaggia per osservare,  con la guida,  le diverse specie arboree che vi crescono.  

Il giorno dopo è stato dedicato completamente all'escursione al ghiacciao Perito Moreno che si trova nel Parco Nazionale Los Glaciares.  E' formato da diversi ghiacciai che scendono   da una distesa  di ghiaccio di circa 300 chilometri quadrati in cima alla Ande e sboccano nei laghi Viedma e Argentino. La caratteristica di questo enorme ghiacciaio è la possibilità di  vederlo da vicino. Perito Moreno è uno dei 48 ghiacciai alimentati dal Campo de Hielo Sur, la terza riserva d’acqua dolce al mondo dopo i Poli. 

Esistono quattro  percorsi  divisi per colore e di diversa durata, comunicanti tra loro e intervallati da alcune terrazze panoramiche che danno sul ghiacciaio:

  • Paseo Accesible (segnato in bianco sulla cartina del Parco);
  • Paseo Central (giallo);
  • Sendero del Bosque (verde);
  • Circuito Inferior (rosso).

Io  ho percorso il circuito rosso. Siamo  anche saliti a bordo di un  catamarano  per una rilassante gita in barca sul Rico Arm.  Mentre navigavamo  lungo le acque gelide,  abbiamo potuto  renderci conto delle  dimensioni del ghiacciaio scoprendo interessanti formazioni nel ghiacciaio, avvenute nel corso del tempo,  e guardare gli iceberg che si sono staccati dall'immenso muro di ghiaccio Il Perito Moreno avanza  di circa due metri al giorno ma perde una propria percentuale di ghiaccio attraverso la rottura di grandi parti del suo fronte.

Il ghiacciaio prende il suo nome dall’esploratore Francisco Moreno, “El Perito”  che giocò un ruolo importantissimo durante la delineazione dei confini internazionali tra Cile ed Argentina.

Lo si può anche attraversare  in alcune sue parti con i ramponi grazie a dei tour di trekking guidati.

E' stato un viaggio emozionante, un tuffo nella natura,  scoperta di paesaggi incontaminati, silenzi e  tanta pace e serenità.  


Lago argentino




ghiacciao Upsala


Ghiacciao Spegazzini








Perito Moreno











 

 

domenica 26 gennaio 2025

Diario di viaggio nella Patagonia argentina e cilena (novembre 2024 - quarta parte)

Continuo  il mio diario di viaggio e  questa volta raggiungeremo la Patagonia cilena. 

Questi i link delle tre precedenti puntate:

https://erikanapoletano.blogspot,.com/2025/01/diario-di-viaggio-nella-patagonia_23.html 

La mattina ci siamo alzati prestissimo e, a bordo di un bus e poi un breve tratto in traghetto,  ci siamo diretti verso il Cile. Avremmo dovuto raggiungerlo con un volo di linea ma la compagnia  aerea aveva più volte  modificato gli orari di partenza e, poichè il Cile chiude il suo confine alle 21,  non ce l'avremmo fatta per cui l'agenzia ha deciso di farcelo raggiungere via strada. Alla fine, anche se il viaggio è stato un po' lungo siamo rimasti soddisfatti perchè abbiamo avuto la possibilità di attraversare la Patagonia vera  e selvaggia,  un  luogo di una bellezza incontaminata, un itinerario poco turistico ma iconico. Dopo quattro ore  siamo giunti alla frontiera a San Sebastian dove abbiamo passato i controlli,   cambiato autobus e  viaggiato per  altre otto ore accompagnati anche da una guida locale parlante italiano (oltre alla nostra accompagnatrice italiana).  Ci era stato raccomandato di non portare prodotti d'origine animale e vegetale: formaggi, salumi, miele, mele,  frutta secca perchè l'importazione in Cile è severamente vietata. Dopo un paio di ore ci siamo imbarcati ed abbiamo attraversato lo stretto di Magellano in circa 30 minuti.   E qui troverete  qualche approfondimento su questo passaggio: https://www.marenostrumrapallo.it/mag/

Dopo  altre ore di viaggio siamo giunti a Puerto Natales che è un ottimo punto di partenza per visitare il  Parco Nazionale Torres del Paine. Qui le condizioni metereologiche mutano spesso anche nel corso della stessa giornata e la guida ci ha detto che si possono avere addirittura  tutte le quattro stagioni in uno stesso giorno. Noi siamo stati fortunatissimi perchè per tutto il soggiorno  c'è stato sole, cielo sereno, e faceva caldo. A novembre in Cile è  primavera.  Il Parco viene considerato la ottava meraviglia del mondo e si consiglia di andarci proprio da ottobre a novembre e poi a marzo perchè negli altri mesi  c'è troppa folla. Abbiamo visto  il deserto patagonico,  la steppa, fiumi, cascate, laghi di un blu intenso come il lago Pehoé o più scuri come  il lago Gray dove navigano degli icebergs che si staccano dal vicino ghiacciao omonimo. Abbiamo pranzato presso  l'Hosteria  Péhoé circondata dalle acque  blu del lago omonimo. Tutta la struttura era circondata da cespugli di ginestre in fiore.  Abbiamo visto il bosco magellanico caratterizzato da alberi  spogli, grigi che sembravano dei mostri. Si aveva l'impressione di stare nell'inferno dantesco. La guida ci ha spiegato che ciò è dovuto ai nemerosi incendi. Qui c'è un'altitudine di circa 2800 metri. Mentre viaggiavamo si stagliavano davanti ai nostri occhi le Torri  del Paine  che sono delle colonne di granito che si affiancano alla vetta  del Paine Grande (3050 metri) e ai Los Cuernos che sono dei picchi sedimentari neri. Tutto era talmente meraviglioso che non sapevo dove guardare e  fotografare. Questo parco è stato inserito nella Riserva della Biosfera  dell'Unesco nel 1978  e qui trovano il loro habitat: il guanaco che appartiene alla famiglia dei lama, il nandù  che deriva dallo struzzo, il condor andino. Ma vi dimora anche il puma che non abbiamo intravisto. Molti decidono di attraversarlo a piedi praticando il trekking e dormendo nelle tende. Anche noi abbiamo visto diversi guanachi e molti uccelli. Nel pomeriggio abbiamo fatto una sosta alla Caverna del Milodon, un monumento naturale,  che è diventatta famosa perchè nel 1896 furono trovati i resti di un bradipo gigante chiamato Mylodon. Il giorno successivo alcuni di noi sono  ritornati nel Parco con la guida  mentre un altro gruppo ha partecipato ad un trekking organizzato per raggiungere le  tre Torri del  Torres del Paine con delle guide locali.  Io non ho partecipato a questa attività. La guida locale  ci ha fatto vedere tante altre meraviglie come la cascata del Paine, il lago Pehoé ed il lago Gray. Ho fotografato anche una volpe rossa  che si trovava nella parte esterna  dell'Hotel  Lago  Gray dove abbiamo pranzato  e sembrava  che fosse addomesticata. 



 










 






 
cava  Mylodon













 Alla prossima puntata.