Sui Passi di San Paolo
Il centro ecumenico della Basilica di San Nicola di Bari ha dato vita ad un Pellegrinaggio in Turchia.L'organizzatrice è stata Suor Consuelo, una domenicana veneta, sempre disponibile, gentile, paziente, dinamica e molto preparata. Il gruppo era costituito da persone provenienti principalmente da Bari e tanti altri dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana, dal Lazio, dalla Campania, dalla Basilicata. C'erano cinque sacerdoti Padre Rosario, Don Pio, Don Salvatore, Don Mario, Don Nicola e cinque suore di cui due argentine Sandra e Viviana, una indiana Jacintha,una italiana Maria Gerarda e naturalmente Suor Consuelo.Siamo partiti da Roma verso Istanbul (fino al 330 D.C. Bisanzio, poi Costantinopoli ed infine, dalla conquista turca del 1453 , Istanbul) dove siamo arrivati nel pomeriggio. All'aeroporto siamo stati accolti da Padre Rosario, che era arrivato qualche giorno prima, e da Erol, la nostra guida per tutta la durata del viaggio., un turco che ha studiato presso i Salesiani ad Istanbul e parlante 5 lingue, un uomo di grande cultura. Poichè il pomeriggio era soleggiato, la visibilità era ottima, Erol ci ha consigliato di andare a fare una prima escursione sul Bosforo, "lo stretto più stretto" del mondo che unisce il Mar Nero al Mar di Marmara. Ci ha condotti al porto di Sultanahmet che viene chiamato anche Corno d'Oro per la colorazione dorata che assume al tramonto. Durante l'ora e mezza di navigazione abbiamo potuto osservare, alla nostra sinistra, la costa europea lungo la quale si sono alternati fortezze, palazzi di sultani, alberghi sontuosi, locali alla moda, moschee con i minareti. Sempre su questa sponda ormeggiano le navi da crociera più famose del mondo.
Unica via di accesso per l'intenso traffico delle petroliere al Mar Nero, le sue acque sono classificate come dominio internazionale e quindi a passaggio libero. Soltanto di recente sono stati costruiti due ponti di collegamento fra la parte europea e quella asiatica: il primo del 1973, detto ponte di Bogaz, è lungo 1074 metri; il secondo del 1988, ponte Fatih Sultan Mehmed, lungo 1090 metri è a circa cinque chilometri a nord del primo. Entrambi i ponti sono a pedaggio e sembra che, poichè la Turchia nel 2010 sarà capitale della Cultura Europea, ne verrà costruito un terzo ed anche un tunnel sottomarino (vedi Post 21 Maggio 2009)
Oltre al Corno d'Oro, insenatura che ospita la parte più antica di Istanbul, la sponda europea offre diversi luoghi di interesse: Il Palazzo Dolmabahce, costruito nella metà del XIX secolo in marmo bianco, divenne la dimora degli imperatori ottomani sino alla loro abolizione da parte di Atatürk e tutte le sue stanze sono riccamente ornate da preziosi tappeti e cristalli.
Un chilometro più a Nord si trovano i palazzi Çiragan e Yildiz, quest'ultimo famoso per il suo parco ricco di fiori e piante provenienti da diverse parti del mondo. Più in su alcuni sobborghi caratteristici come Ortaköy o il quartiere dell'università (Bogaziçi Üniversitesi), che ospita la fortezza di Rumeli Hisar, e delle affollatissime stazioni balneari.
La sponda asiatica è la parte meno frequentata dai turisti e qui troviamo il Palazzo di Beylerbeyi, costruito nella seconda metà dell'800 in pietra e marmo, nello stesso stile dei palazzi della sponda europea, utilizzato come residenza estiva dal Sultano. La maggior parte delle case sono in legno (yali) e sono vicinissime all'acqua. Le facciate un tempo erano scure ,oggi sono bianche, rosa, rosse, hanno verande, balconi, finestre, giardini ed alcune sono dotate di attracchi. I Turchi sono nazionalisti perchè su tutte le cime sventola la bandiera turca: ne avremo viste almeno un centinaio in una settimana. Al termine del giro ci siamo diretti al nostro primo hotel, situato nella parte vecchia di Istanbul: qui il traffico era caotico, le strade strette, negozi di abbigliamento a centinaia, uno dietro l'altro, (la guida ci ha detto che qui vengono a fare acquisti quelli dell'est perchè in Turchia ci sono molte fabbriche ed i prezzi sono molto convenienti) facchini che trainavano carretti pieni di balle di merce verso furgoni.Il nostro pullman avanzava a fatica, nessuno suonava il claxon. Ciò che più ci ha colpiti è che in prossimità degli incroci c'erano degli ambulanti che vendevano angurie affettate, pomodori ripieni o che addirittura friggevano il pesce ed intorno ad essi tanti avventori incuranti dei mezzi di trasporto che quasi li sfioravano.. In questo quartiere sorgono la maggior parte degli hotel e la strada era intasata perchè, essendo l'ora del rientro ,tutti i bus parcheggiavano in prossimità.
2° giorno Istanbul
Intera giornata dedicata alla visita di Istanbul e la sera volo verso Adana. Abbiamo iniziato la giornata con la partecipazione ad una Santa Messa presso la Chiesa di San Pietro e Paolo, dove vivono ormai solo tre Frati Predicatori Domenicani . Questo ordine è presente qui dal XIII secolo ma fu costretto ad abbandonare il suo più antico insediamento, la chiesa di San Paolo, che sorgeva ai piedi della collina di Galata, nel 1475 quando l'edificio fu trasformato nell'attuale moschea Arap Camii. I religiosi si trasferirono allora in un altro edificio a qualche centinaio di metri sopra il precedente ma nel corso dei secoli diversi incendi hanno raso al suolo le successive costruzioni. Quella che noi abbiamo visitato risale al 1843 ed è in stile neoclasico.
Dopo la celebrazione ci siamo diretti verso la chiesa bizantina di San Salvatore in Chora, cioè "fuori le mura", fatta erigere da Costantino. Oggi ospita il Museo di Kariye dove si possono ammirare circa 200 fra mosaici ed affreschi del XIV secolo. I temi principali sono:“La genealogia di Cristo, la vita della Vergine, l’Infanzia di Cristo, il Mistero di Cristo. Poi ci siamo recati al Patriarcato di Costantinopoli dove Padre Rosario pensava di essere ricevuti dal Patriarca Bartolomeo I ma lui era fuori Istanbul e così abbiamo avuto un incontro con il suo sostituto. Pausa pranzo in un locale vicino al Vecchio Ippodromo e poi
Erol ci ha condotti alla Moschea Blu così chiamata perchè è il turchese il colore che domina nel tempio. Ha ben sei minareti e, mentre eravamo in coda per entrare, abbiamo ascoltato il richiamo alla preghiera del Muezzin.
Per poter accedere abbiamo dovuto togliere le scarpe che abbiamo infilato in dei sacchetti di plastica forniti all'ingresso. Appena entrati siamo rimasti a bocca aperta nel vedere una tale meraviglia. Un tappeto rosso a fiori azzurri e color panna la ricopre per tutta la sua enorme superficie, migliaia di lampade la illuminano in ogni angolo, 260 finestrelle la rischiarano , innumerevoli colonne ed archi ricoperti dalle famose maioliche di Iznik, nei toni di pastello che vanno dal verde all'azzurro, si succedono tutt'intorno. Il giorno della nostra visita iniziava il Ramadam e non vi dico che preparativi per festeggiare la sera questo avvenimento, la città era in vero fermento....Visita successiva alla Basilica di Santa Sofia che attualmente è un museo ma che inizialmente era stata costruita come Basilica per l' imperatore romano Giustiniano. E' un capolavoro di ingegneria romana e per oltre 100 anni è stata la più grande chiesa al mondo, E ' stata saccheggiata durante la IV crociata nel 1204, è diventata moschea nel XV secolo con l'aggiunta dei minareti, tombe imperiali e fontane e museo nel 1935. E tutto ci parla delle varie trasformazioni subite:motivi bizantini, otto medaglioni con calligrafia turca tutti riproducenti i nomi sacri musulmani: Allah, califfo Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali, Mohammed, Hasan Husayn , gallerie e tanti mosaici. Alcuni dicono che sia l'immagine terrestre del Paradiso.
Ad Istanbul c' è il Gran Bazar che consta di oltre 4400 negozi situati all'interno di gallerie Noi non siamo andati qui perchè la nostra guida ha preferito condurci al Bazar delle Spezie i cui venditori sono meno assillanti degli altri. Ciò che più ci ha colpiti sono stati i profumi ed i colori delle montagne di spezie esposte lungo il percorso.
Corsa all'aeroporto e partenza per Adana a Sud-Est della Turchia, arrivo in hotel e cena.
3° giorno Adana - Antiochia (km 190)
Partenza per Antiochia E' una città non molto lontana dalla Siria e si trova sulle rive del fiume Oronte. Faceva molto caldo e non c'era la ventilazione di Istanbul. Siamo andati subito alla Grotta di San Pietro che si dice sia stata la prima chiesa di Antakya ed il luogo sacro in cui è stato coniato l'aggettivo cristiano per designare i convertiti di San Paolo ed anche la prima sede episcopale dell'Apostolo Pietro. Pomeriggio visita del Museo Hatay ricco di preziosi mosaici del II, III, IV secolo. Camminata a piedi verso il Convento dei Padri Cappuccini( luogo di raduno della piccolissima Comunità Cattolica odierna) dove abbiamo partecipato alla Messa concelebrata nella Chiesa Cattolica Pietro e Paolo. Qui il Padre Cappuccino ci ha intrattenuti dicendoci che oggi i cristiani ad Antiochia sono un migliaio e la quasi totalità greco-ortodossi di lingua araba. Il loro patriarca si trova a Damasco. I cattolici sono una settantina, ma hanno sempre cercato di vivere in armonia con i fratelli ortodossi: dal 1988 la Pasqua viene celebrata nella stessa data della chiesa ortodossa; si è aperto un piccolo ufficio della Caritas e le opere caritative si fanno in stretta collaborazione; la festa del 29 giugno è celebrata con un incontro ecumenico davanti alla grotta di S. Pietro con i vescovi, i sacerdoti e i fedeli cristiani ai quali si uniscono musulmani (ad Antiochia sono la metà della popolazione). Sono presenti anche le autorità civili della città e quindi tale celebrazione è un'occasione privilegiata per offrire un segno forte di unità.
Nella chiesa cattolica vengono molti ortodossi, specialmente giovani, perché la liturgia è in turco e quindi compresa e partecipata.
La chiesa cattolica, dislocata dietro a una moschea e vicino a una sinagoga, si trova nel vecchio quartiere ebraico.
4° giorno Antiochia -Tarso - Cappadocia (km 465)
Siamo partiti per Tarso, città natale di San Paolo. Appena arrivati Erol ci ha fatto sostare per scattare una foto alla Porta romana di Cleopatra dove avvenne l' incontro tra la bellissima regina d'Egitto con Antonio. "Si dice che la loro relazione iniziò dopo che Cleopatra si presentò ad un invito di Marco Antonio in Cilicia su un'imbarcazione dalle vele color porpora, la poppa d'oro ed i remi d'argento. La regina vestita come una Venere ed accompagnata dal suono di flauti e liuti distesa all'interno di un baldacchino circondato da amorini". Ufficialmente a Tarso, oggi interamente musulmana, non ci sono nè chiese nè cristiani. Nel 1884 era stata aperta una chiesa, da parte di un intraprendente cappuccino italiano, che era stato Prefetto Apostolico in Siria, p. Giuseppe da Genova, ma, a cavallo tra le due guerre mondiali, fu chiusa per mancanza di personale e di cristiani.
Attualmente l’unica presenza cristiana è quella di tre suore italiane, (noi ne abbiamo conosciuta una) Figlie della Chiesa, che custodiscono l’Eucarestia in un appartamentino e rendono così presente la Chiesa. Segno di speranza in questa città dove il cristianesimo è nascosto e vive mimetizzato nelle coscienze.
Per il culto dei pellegrini che arrivano a sciami, le autorità locali hanno dato anni addietro la possibilità di celebrare in una chiesa museo, da poco restaurata e aperta al pubblico.
Della movimentata storia della città sono rimaste solo poche testimonianze: un vecchio pozzo tra fondazioni di case romane, ( noi ci siamo stati) e mezze colonne, nell’antico quartiere giudaico della città romana, un pezzo di strada romana, con resti di colonne, qualche capitello . E’ quanto rimane dell’antica città che, come si vantò San Paolo di fronte al proconsole romano era “una città non certo senza importanza”.La vicinanza di Adana, l’ha relegata a un ruolo marginale sia economicamente che culturalmente. La nostra messa quotidiana è stata celebrata in un locale sotto l'appartamentino di cui parlavo un po' più in su. Nel pomeriggio abbiamo proseguito per la Cappadocia ovvero il paese dei sogni. Circa 60 milioni di anni fa la natura ha cominciato ad ornare questa regione con una formazione che continua tuttora. Si formarono i canyon (noi ne abbiamo visitato uno d lungo il nostro percorso), gli altipiani, le valli, le pianure e i simboli della regione che sono i camini delle fate. 2000 anni fa i primi Cristiani scavarono in queste rocce le loro prime chiese e poi hanno fondato città sotterranee, grandi e sicure., dotate di pozzi di aerazione e di zone dormitorio, refettori, depositi di grano, stalle, cucine comuni e luoghi di incontro. Qui, per secoli, le popolazioni locali crearono i loro rifugi sotto il livello del suolo per sfuggire alle persecuzioni e ai saccheggi. Erol ci ha portati a visitare quella di Eski Gumus. All''interno non ci sono solo abitazioni scavate nella roccia ma anche un monastero con affreschi risalenti all'XI secolo che raffigurano la Vergine Maria con il Bambino Gesù tra gli Arcangeli Gabriele e Michele, l 'Annunciazione e la nascita di Gesù. La cupola della chiesa quadrata poggia su quattro colonne.
La sera siamo andati ad assistere ad uno spettacolo di diverse danze turche: la danza dei Darvishi, la danza del ventre, il ballo dell'addio al celibato e nubilato, una danza molto rapida e fluida che si balla nella regione del Mar Nero, una danza con le candeline in mano ecc.. Pensate che in Turchia ci sono circa 1500 danze folcloristiche. La danza dei Darvishi è prima lenta e poi sempre più incalzante. Hanno una mano rivolta verso il cielo e una verso il basso e la testa reclinata. Un gruppo di uomini che rotea facendo alzare gonne candide. Erol ci ha raccontato che la vera danza dura anche sei ore ed alla fine i ballerini entrano in una specie di trance.
5° giorno Cappadocia
Abbiamo dedicato l'intera giornata alla visita della Cappadocia famosa per il Monachesimo ed i grandi Padri Cappadoci di cui ci ha parlato a lungo Padre Rosario. Qui il Cristianesimo era già presente in età apostolica.Al Concilio di Nicea (325) la Cappadocia era rappresentata da 5 corespiscopi (vescovi di campagna). L'importanza di questi luoghi per il Cristianesimo è legata alla vita monastica che vi si sviluppò. In queste valli passavano mercanti, soldati, pellegrini che diedero sempre più importanza alla zona ed infatti solo nella valle di Goreme ci sono più di 300 chiese. Abbiamo raggiunto una prima valle in cui si poteva ammirare una formazione rocciosa che assomigliava ad un cammello ed un'altra somigliante alla Madonnina del Duomo di Milano. Poi abbiamo raggiunto Zelve, situata al termine di una strada che corre tra spettacolari formazioni rocciose e che oggi è un museo all'aria aperta come Goreme.
A Zelve vi sono tre valli create dall’erosione e circondate da altissime pareti rocciose con grotte e gallerie. Anche qui l’uomo, nel corso dei secoli, scavando il tufo, realizzò abitazioni, chiese e monasteri.
Zelve fu un importantissimo centro religioso cristiano; fu qui che si svolse il primo seminario per i preti ed i monaci della Cappadocia. Le 15 chiese di questa colonia sono prive di decorazioni vistose e questo indica che gli antichi abitanti erano contrari al culto delle iconografie. In tutta la valle non esiste una sola chiesa con scene religiose. Le decorazioni sono costituite per lo più da croci latine. Un'altra particolarità di Zelve è la presenza delle piccionaie, che sono costituite da fori fatti sull'esterno delle pareti rocciose, perché gli abitanti della Cappadocia utilizzavano il guano per concimare le vigne.
Noi siamo andati a visitare alcune di queste abitazioni troglodite . Il colore dominante era il rosa. Per raggiungerle ci siamo dovuti inerpicare su per delle salite ma ne è valsa la pena, ve lo assicuro.Nel pomeriggio abbiamo sostato ad Uchisar, una cittadina sovrastata da una torre fortezza che ha ospitato i primi cristiani della zona nelle sue stanze scavate nella roccia.
Nella roccia del castello si aprono numerose finestrelle che potevano essere chiuse con dei massi e così proteggere gli abitanti in caso di pericolo. Poi ci siamo spostati nella Valle di Goreme che è una cittadina con camini delle fate abitata.Si entra nel Museo all'aria aperta vedendo la chiesa della Madonna. Dal VI al XIII secolo i monaci bizantini hanno scavato celle e santuari rupestri dove abbiamo potuto ammirare numerosi affreschi. Le parole sono inutili per descrivere questi luoghi fantastici ed è per questo che vi consiglio di andare a vederli e dicono che in inverno, ricoperti di neve, lo siano ancora di più.
In mattinata siamo stati in una fabbrica di tappeti a Nevshir la capitale della Cappadocia. Erol ci ha spiegato il valore dei tappeti per i Turchi. Quando nasce un bambino non si regalano solo oggetti d'oro ma anche tappeti perchè alcuni hanno un notevole valore. Nei paesi le ragazze non vanno all'Università per cui sin da piccole imparano l'arte di tessere i tappeti dalle loro madri e poi possono frequentare delle scuole, sostenere un esame, acquistare un telaio e lavorare in casa e vendere i loro tappeti o tesserne alcuni da portare in dote. Quando una ragazza è in cerca di marito espone un tappetino alla finestra della sua casa. Nella fabbrica è annessa una scuola di formazione, dove abbiamo visto delle ragazze turche all'opera: non vi dico con che velocità annodavano i fili di lana o di seta. C'erano dei tableaux in seta, non grandi, il cui prezzo si aggirava sui 12000 euro; quindi pensate che attività redditizia è saper tessere un tappeto. In un'altra sala ci hanno spiegato e fatto vedere come si ottiene il filo dal bozzolo in cui è rinchiuso il baco da seta.Poi ci hanno condotti in un altro locale dove hanno srotolato tappeti meravigliosi di tutte le dimensioni ed alcuni poi hanno fatto acquisti.
6° giorno Cappadocia-Konya-Pammukale (km 650)
Siamo partiti di buon'ora per Konya, la provincia più grande sull'altopiano centrale dell'Anatolia. Anche qui venne San Paolo come lo testimoniano gli Atti degli Apostoli. Era in una posizione strategica perchè si trovava sulla strada che collegava Costantinopoli ad Antiochia, sulla via delle carovane, la via della seta.
S.Paolo, durante il suo primo viaggio missionario attraverso l'Asia Minore, quando fu scacciato da Antiochia arrivò a Iconio (oggi Konya). Giunto qui, l'Apostolo predicò il Vangelo e diede vita ad una fervorosa comunità cristiana. L'inimicizia dei giudei lo obbligò ben presto ad allontanarvisi. Il ricordo di S.Paolo è ancora vivo a Konya grazie ad una piccola chiesa a lui dedicata. Costruita nel 1910 dai Padri Assunzionisti che assistevano le famiglie francesi ,che qui hanno lavorato per vari decenni, è l'unica superstite delle numerose chiese della città. Le altre sono state o distrutte o trasformate in moschea man mano che le comunità cristiane si andavano rimpicciolendo.Ora la chiesetta, dalla bella facciata gotico-francese, accoglie i gruppi di pellegrini che ripercorrono le tappe dei viaggi dell'Apostolo delle genti. La piccolissima comunità di cristiani cattolici della città, grazie all'interessamento dell'Arcivescovo di Izmir-Konya e alla presenza di due sorelle della Fraternità Gesù Risorto di Tavodo (Trento - Italia), vi si riunisce settimanalmente per pregare e ascoltare la Parola di Dio, che gli Apostoli ci hanno trasmesso nel loro grande amore per Gesù, Maestro e Signore della nostra vita!
Qui abbiamo partecipato alla Santa Messa con un altro gruppo di pellegrini proveniente dalla Lombardia.
Konya diventò la capitale dei Selgiuchidi fra 1071 e 1308. Sotto il regno del Sultano Mehmet II la citta' divenne molto importante a causa della presenza della setta dei Dervishi fondata da Mevlana nel 13o secolo.
Dopo la celebrazione ci siamo recati al Mausoleo e Museo di Mevlana, già convento dei darvishi danzanti, dalla cupola conica color verde smeraldo. Siamo entrati indossando sopra le nostre scarpe dei sacchetti di plastica, tipo babbucce. All'interno del Mausoleo ci sono numerosi Sarcofagi ricoperti di Sudari e Turbanti le cui dimensioni cambiano in base all'importanza della persona sepolta. I più grandi sono quelli di Mevlana e di suo padre. Gli altri appartengono ai suoi discepoli.Il suo è un sarcofago di marmo ricoperto da un broccato d'oro pesante oltre 40 kg, dono di Maometto II. Mevlana significa Nostro Maestro e questo titolo fu attribuito al mistico Calaleddin Rumi dai suoi discepoli. Il museo d'arte islamica espone manoscritti, tappeti, strumenti musicali dei darvishi, enormi rosari, e in una teca è custodito un pelo della barba di Maometto.Abbiamo pranzato in un un Caravanserraglio trasformato in ristorante. A proposito, prima di raggiungere Konya,Erol ci ha fatto visitare il Caravanserraglio di Sultanhani.
Il Caravanserraglio di Sultanhani, costruito nel 1229 e restaurato nel 1278 in seguito ad un incendio, è attualmente il più grande caravanserraglio della Turchia. I caravanserragli erano dei luoghi dove si ristoravano mercanti e viandanti. Questa struttura ha un ruolo molto importante nella storia dell'architettura dei Selgiuchi: cortile con archi, due portali di accesso e la moschea nel cortile con decorazioni in pietra.
Dopo esserci ristorati nel bellissimo caravanserraglio siamo partiti alla volta di Pammukale e lungo il percorso abbiamo visto alternarsi diversi tipi di paesaggi: boschi, pianure assolate, campi dorati coltivati a grano ed un lago salato in lontananza. La sera abbiamo alloggiato presso l'Hotel Pam, un 4 stelle dotato di piscina termale e di un centro benessere. L'acqua che sgorga dalla vasca più alta è calda (33°), fumante, ricca di carbonato di calcio che si deposita e che viene utilizzato come fango da coloro che fanno il bagno.
7° giorno Pammukale-Kusadasi Area-Efeso (km 180)
La mattina siamo andati a visitare Hierapolis che è un enorme complesso di resti risalenti al II secolo a.C.. A sinistra del complesso ci sono le cascate di Pammukale che sono chiamate "castello di cotone" per il colore bianco delle pareti rocciose da cui scende l'acqua. Il colore del travertino diventa bianco perchè quest'acqua rilascia il carbonato di calcio, di cui è ricca. In mezzo a tanto biancore l'acqua assume un colore azzurro turchese e quindi lo spettacolo che si ammira è veramente da fiaba. Una volta si poteva fare il bagno nelle varie vasche che degradano verso il fondo mentre ora si può solo camminare senza scarpe sulla parte superiore. Nel pomeriggio siamo stati a visitare la Tomba di San Giovanni, la Basilica omonima, la Casa della Madonna (Meryemana) dove si dice che , per un certo periodo, sia vissuta la Madonna con San Giovanni, a cui Gesù la affidò dopo la sua morte. Quando sono entrata nella piccola cappella dedicata alla Santa Vergine ho provato l'emozione più forte di tutto il pellegrinaggio. All'esterno, un po' più in basso, c'è una fonte da cui sgorga un'acqua che si dice miracolosa e, a sinistra, un muro tutto tappezzato di bigliettini multicolori contenenti le preghiere dei pellegrini. Abbiamo partecipato ad una messa anche in questo luogo santo. Poi ci siamo diretti ad Efeso dove abbiamo visitato le splendide e suggestive rovine della città antica:il Tempio di Adriano, il Teatro, la Biblioteca di Celso, che per me è stupenda. La sera abbiamo raggiunto Izmir (Smirne) e siamo rimasti colpiti dalla modernità di questa città e dalla raffinatezza della sua gioventù.
8° giorno Izmir-Italia
Dopo la celebrazione della Santa Messa presso la Parrocchia del Santo Rosario a Smirne ci siamo diretti all'aeroporto per raggiungere, con un primo volo ,Istanbul e successivamente Roma dove, con tanta nostalgia e rammarico, ci siamo salutati, chiedendo a Suor Consuelo di programmare un altro pellegrinaggio l'anno prossimo.
Durante il viaggio sono stati organizzati anche dei dibattiti interessantissimi tra i quali,personalmente, mi è piaciuto quello condotto dalla professoressa Elena sulla figura della donna nella religione musulmana.
La Turchia è un paese che ci ha sorpresi per la calda ospitalità e la gentilezza della sua gente, per la bellezza incontaminata dei suoi paesaggi, e per la ricchezza di monumenti artistici.
Dobbiamo cercare di non far mancare tra di noi l'unità e la carità, altrimenti saremo fuori dal Vangelo e dall'insegnamento fondamentale per il cristianesimo di Paolo.
Qualche curiosità sulla Turchia
La Turchia è uno stato che ha una superficie due volte e mezza quella dell'Italia. Si divide in sette regioni:Marmara, Egeo, Mediterraneo, Anatolia Centrale, Mar Nero,Nord- Est, Sud-Est.La più ricca è quella della Marmara a cui appartiene Istanbul che detiene il 40% dell'economia, delle tasse, dell'industria. Attualmente l'industria si sta spostando ad Izmir che è una città molto moderna e ricca. L'Italia è il secondo paese , dopo la Germania, che ha relazioni commerciali con la Turchia. Quasi tutte le case automobilistiche straniere hanno creato delle fabbriche qui, compresa la Fiat. Lo stipendio medio è di 650 euro al mese: la vita è molto costosa ad Istanbul per cui molti si trasferiscono nelle vicinanze. Si vive meglio ad Ankara, nella capitale, dove ci sono molti statali perchè qui è concentrata la vita politica e ci sono molti uffici. Ad Adana un appartamento può costare sui 20000 euro.L'assistenza sanitaria prevede il medico di famiglia per tutti. La scuola primaria dura otto anni, la secondaria quattro e poi c'è l'Università. Bisogna seguire le materie di studio, sostenere gli esami e se entro un certo periodo dalla fine del corso di studi non li si porta a termine si viene espulsi. Anche qui c'è disoccupazione ma i laureati in materie tecniche non hanno problemi. In città la vita è simile alla nostra mentre l'est è legato alla tradizione dei nomadi. La Turchia è una grandissima produttrice di ciliegie (le ciliegie dei Mon chéri sono turche) e di frutta secca ( le nocciole con cui è fatta la Nutella sono turche) Lo sapevate che il tulipano è il simbolo della turchia? Iniziò ad essere coltivato qui circa 1000 anni fa ed i suoi bulbi arrivarono in Occidente nel 1550 grazie all'ambasciatore austriaco a Costantinopoli che, di ritorno dalla Turchia, ne portò diversi a Vienna dove non seppero coltivarli. Fu poi l'Olanda che capì le tecniche di coltivazione e dal 1600 divennero ricercatissimi.
La regione del Mar Nero è ricca di boschi, fiumi, cascate e piove 10 mesi su 12. La popolazione qui è bionda con gli occhi azzurri e quasi tutti gli uomini sono marinai.
Nella regione dell'Egeo è sviluppato il turismo, soprattutto per i pellegrinaggi ad Efeso;qui si produce una notevole quantità di olio d'oliva e poi si estrae oro e turchese. La Turchia è il secondo paese al mondo per consumo di oro. Il Sud-Est al confine con la Siria e l'Irak è povero a causa delle temperature elevate, manca l'acqua e quindi è difficile coltivare la terra. C'è molta arretratezza e pigrizia. L'Anatolia centrale è un altopiano dove ci si dedica soprattutto alla pastorizia da cui si ricavano lana, pelli, e carne. E anche sviluppato l'artigianato, (tappeti) il turismo(Cappadocia). La zona del Mediterraneo è calda e qui si coltivano cotone, agrumi e sono sviluppate le industrie alimentari ed il turismo (famosa la località di Antalya). A Nord-Est è sviluppato l'artigianato della lavorazione dell'argento, i famosi gioielli di Trebisonda: fili d'argento e oro tessuti insieme.
Poi Erol ci ha detto che nei villaggi le ragazze imparano a tessere i tappeti dai 9 ai 18 anni per motivi sociali perchè li portano in dote mentre i maschi imparano ad andare a cavallo e a cacciare perchè qui ci sono solo scuole primarie. Quando si celebra un matrimonio si invitano anche gli abitanti dei villaggi vicini, più ospiti ci sono più è importante e per invitare la gente si suona il tamburo.
ciao Erika,ho riaperto il blog!!come va??un bacio grosso
RispondiEliminaHo letto con piacere il viaggio, è simile al mio tour fatto due settimane fa, ma un tour solo turistico. La Turchia mi ha molto meravigliato per le sue bellezze e l'ospitalità e cortesia dei turchi. Da ritornarci sicuramente. Il nostro non è stato un pellegrinaggio, ho provato comunque a chiedere alla nostra guida di portarci a vedere la casa della Madonna, ma non era nel programma e ha preferito lasciarci a girovagare per mezz'ora in un negozio di souvenir a Efeso. Il tuo racconto completa il mio viaggio. Grazie Paola
RispondiEliminaAmo la Turchia, ma fino ad ora ho visitato solo Istanbul. Questo è uno dei viaggi che desidero fare al più presto, estremamente suggestivo e coinvolgente!
RispondiElimina