Scrivo solo oggi
il diario di un viaggio fatto qualche tempo fa. Su invito di due
cari amici, Adriana e Tommaso, una simpaticissima coppia romana
conosciuta durante un altro viaggio, siamo partiti alla volta della
Tunisia.
Abbiamo
acquistato un pacchetto della Turisanda C'erano diversi tour ma i
nostri amici ci hanno consigliato quello della Tunisia Classica:
una settimana per scoprire un Paese dove la geografia e la cultura
hanno creato differenze notevoli tra Nord e Sud.
La nostra città d' arrivo dall'Italia è stata Tunisi. Abbiamo alloggiato all' hotel La Maison Blanche .L'arredamento e lo stile delle stanze variava ed esse erano talmente spaziose che sembravano delle suite.Non vi dico poi le stanze da bagno....
Anche
la ristorazione era ottima. Ricordo, con ancora l'acquolina in bocca,
un ottimo soufflé al cioccolato e una salsetta al peperoncino
piccantissima che loro chiamano arissa.
La mattina successiva ci siamo incontrati con la nostra guida: un ex insegnante di nome Monsef a cui la mia amica Adriana cambiava in continuazione il nome , non riuscendo a ricordarlo, e facendolo inquietare (naturalmente Monsef scherzava).
Devo dire che sono rimasta un po' meravigliata quando mi sono resa conto che gli altri compagni di viaggio erano solo altre due coppie, di cui ricordo con piacere Olga e Franco,due varesini, per la loro semplicità, genuinità, gentilezza.
Ci
hanno messo a disposizione un pulmino e siamo partiti alla volta di Salambò
dove abbiamo visitato un cimitero, "Thophet" (area sacra), in
cui furono rinvenute circa 20000 urne contenenti le ossa di neonati o di
bimbi attorno ai due anni.. La nostra guida ci ha raccontato che i
genitori sacrificavano i loro figli per propiziarsi gli dei in quanto
c'erano numerose carestie e guerre.
Poi siamo andati a visitare le rovine romane e fenicie della grande nemica di Roma:Cartagine.
Vi ricorderete certamente degli elefanti di Annibale, del famoso appello lanciato da Catone "Carthago delendia est" (Cartagine deve essere distrutta).
Poi siamo andati a visitare le rovine romane e fenicie della grande nemica di Roma:Cartagine.
Vi ricorderete certamente degli elefanti di Annibale, del famoso appello lanciato da Catone "Carthago delendia est" (Cartagine deve essere distrutta).
Ora spenderò
qualche parola in più per descrivervi un posticino che viene definito "Paradiso
Azzurro".
Si tratta di Sidi Bou Said, un pittoresco villaggio sulla costa tunisina dove l'architettura araba si mescola a quella andalusa e sulle cui case bianche spiccano finestre, verande, inferriate e porte color turchese Sono rimasta affascinata da questo piccolo paradiso. Mi sono piaciuti i portali azzurri damascati con borchie nere , le graziosissime verande di legno azzurro., il profumo dei gelsomini e i rami carichi di fiori di bougainvilles..La via principale, pedonale nella parte più alta,era zeppa di negozi che vendevano prodotti artigianali multicolori. Said significa Santo a cui successivamente fu aggiunto Sidi Bou, nome derivato da un asceta che si stabilì nel villaggio dopo aver visitato La Mecca. Egli divulgò la dottrina del Sufismo.e molti furono i pellegrini che vennero qui per seguire i suoi insegnamenti.
Invece il Barone Rodolph D 'Erlanger (un pittore e musicologo francese, esperto di musica araba, che si fece costruire una villa, oggi museo) chiese al bey di obbligare gli abitanti a dipingere le case di bianco e azzurro (usanza ancora oggi obbligatoria). Molti furono gli scrittori , pittori ed artisti vari che vennero a soggiornarvi per trarne ispirazione per le loro opere come Gide, Klee, ecc...
Noi siamo andati a visitare il Museo Dar El Annabi dove vengono mostrate le tipiche tradizioni berbere e qui , compreso nel biglietto d'ingresso, ci è stato offerto un tè alla menta.
Sidi Bou Said è stata resa famosa anche dai suoi caffè di cui il più rinomato è Le Café des Nattes, dove veniva eseguita la tipica musica tradizionale tunisina ( un mix tra musica araba e andalusa):"Le malouf tunisien".
Di corsa verso il Museo del Bardo , museo archeologico, dove si trova la più ricca collezione di mosaici romani del mondo.
Si tratta di Sidi Bou Said, un pittoresco villaggio sulla costa tunisina dove l'architettura araba si mescola a quella andalusa e sulle cui case bianche spiccano finestre, verande, inferriate e porte color turchese Sono rimasta affascinata da questo piccolo paradiso. Mi sono piaciuti i portali azzurri damascati con borchie nere , le graziosissime verande di legno azzurro., il profumo dei gelsomini e i rami carichi di fiori di bougainvilles..La via principale, pedonale nella parte più alta,era zeppa di negozi che vendevano prodotti artigianali multicolori. Said significa Santo a cui successivamente fu aggiunto Sidi Bou, nome derivato da un asceta che si stabilì nel villaggio dopo aver visitato La Mecca. Egli divulgò la dottrina del Sufismo.e molti furono i pellegrini che vennero qui per seguire i suoi insegnamenti.
Invece il Barone Rodolph D 'Erlanger (un pittore e musicologo francese, esperto di musica araba, che si fece costruire una villa, oggi museo) chiese al bey di obbligare gli abitanti a dipingere le case di bianco e azzurro (usanza ancora oggi obbligatoria). Molti furono gli scrittori , pittori ed artisti vari che vennero a soggiornarvi per trarne ispirazione per le loro opere come Gide, Klee, ecc...
Noi siamo andati a visitare il Museo Dar El Annabi dove vengono mostrate le tipiche tradizioni berbere e qui , compreso nel biglietto d'ingresso, ci è stato offerto un tè alla menta.
Sidi Bou Said è stata resa famosa anche dai suoi caffè di cui il più rinomato è Le Café des Nattes, dove veniva eseguita la tipica musica tradizionale tunisina ( un mix tra musica araba e andalusa):"Le malouf tunisien".
Di corsa verso il Museo del Bardo , museo archeologico, dove si trova la più ricca collezione di mosaici romani del mondo.
Dopo il pranzo siamo andati a
fare un giro nella parte vecchia di Tunisi che è un groviglio di
stradine e non abbiamo potuto fare a meno di addentrarci nel Souk:
il mercato variopinto affollato dai locali e da numerosi turisti.
Il 3° giorno ci siamo diretti, per iniziare la nostra giornata, verso Testour, una piccolissima località dove abbiamo visto esternamente la grande Moschea, in cui si nota l'influenza degli andalusi cacciati dalla Spagna. Il minareto è molto interessante, ricco di elementi pieni di storia, come la presenza di due stelle di Davide e un orologio, tantè che si dice che questo sia l'unico minareto al mondo dotato di orologio, anche se in realtà ce n'è un altro in Irak.
Proseguimento per Dougga, uno dei più interessanti siti archeologici della Tunisia che dal 1997 è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità.
Nel pomeriggio ci attendeva la visita di un altro sito archeologico romano, ricco di storia: Thuburbus Majus.
Il 3° giorno ci siamo diretti, per iniziare la nostra giornata, verso Testour, una piccolissima località dove abbiamo visto esternamente la grande Moschea, in cui si nota l'influenza degli andalusi cacciati dalla Spagna. Il minareto è molto interessante, ricco di elementi pieni di storia, come la presenza di due stelle di Davide e un orologio, tantè che si dice che questo sia l'unico minareto al mondo dotato di orologio, anche se in realtà ce n'è un altro in Irak.
Proseguimento per Dougga, uno dei più interessanti siti archeologici della Tunisia che dal 1997 è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità.
Nel pomeriggio ci attendeva la visita di un altro sito archeologico romano, ricco di storia: Thuburbus Majus.
Proseguimento per Kairouan, quarta
città santa dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme. Qui abbiamo pernottato
presso l'Hotel La Kasbah, un albergo molto elegante e pulito.
4° giorno Prima tappa a Kairouan
Siamo andati a visitare un sito che la nostra guida, Monsef, ha ritenuto opportuno farci vedere, anche se le guide ufficiali non gli attribuiscono molto interesse: i Bacini Aghlabiti. Si tratta di 2 grandi cisterne fatte costruire sotto la dominazione aghlabita per assicurare alla città le riserve d'acqua nei periodi di assedio e siccità.
L'acqua era portata qui da un acquedotto lungo 36 km (oggi scomparso) che attingeva alle sorgenti del monte Ousselet. L'intero complesso (i bacini e l'acquedotto) furono costruiti agli inizi dell'800 e sono la prima opera civile monumentale realizzata dagli Arabi in Tunisia.
Seconda tappa
Zaouia Sidi Sahab ovvero la Moschea del Barbiere Stucchi, intarsi, maioliche ed eleganti colonnati adornano i due cortili interni. Viene soprannominata così perchè accoglie le spoglie di Abou Dhama el-Balaoui che, di professione barbiere, accompgnò il Profeta Maometto nelle sue ultime peregrinazioni e si dice che, alla sua morte, gli strappò tre peli della barba che portò con sè in Tunisia. Ed oggi questi peli sono conservati nella sala attigua a quella in cui è sepolto il "Barbiere Santo"
Terza tappa
La Grande Moschea Okba è una costruzione imponente, un po' tozza.Ha forma rettangolare e raggiunge 150 metri di lunghezza.
Il minareto sovrasta la sala della
preghiera che non si può visitare ma vedere attraverso dellle grandi
porte spalancate.
Kairouan deve la sua fama anche alla produzione dei tappeti e noi siamo andati a visitare una fabbrica dove Adriana e Tommaso ne hanno acquistati due.
Quarta tappa
Le più giovani portavano abiti come i nostri:gonne lunghe , pantaloni, t-shirt , camicette ed alcune avevano i capelli scoperti.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto Tozeur famosa per la sua oasi dove si trovano quasi 200.000 palme da datteri. Il procedimento per l'impollinazione è lungo e faticoso perchè bisogna raccogliere il polline dalle piante maschio e distribuirlo a quelle femmina. La pianta maschio non produce frutti ed una pianta maschio può essere utilizzata per impollinare circa 50 piante femmina. Noi siamo andati a visitare l'oasi di Nefta (circa 500.000 palme) su delle carrozzelle trainate da cavalli. La passeggiata è stata molto piacevole perchè eravamo circondati da palme altissime sotto i cui rami pendevano grappoli di datteri color ambra. Per farli maturare e per proteggerli vengono inseriti in sacchi di cotone trasparenti
Il sistema di distribuzione delle acque in queste oasi si deve a Ibn Chabbat, matematico di Tozeur vissuto nel XIII secolo.All'ombra delle palme, l'acqua dei pozzi (scavati a profondità sempre maggiori, anche oltre i duemila metri) viene erogata una volta a settimana, per otto ore di seguito, attraverso canali di irrigazione. La tradizione tunisina vuole uno sviluppo delle oasi su tre livelli: le palme, subito sotto alberi da frutta e, a piano terra, gli ortaggi. L'ombra delle palme da dattero crea infatti un microclima che consente la coltivazione di fichi, mandorle, banane, insalate e fave, ma anche cereali e l'henné utile per la produzione di cosmetici. Nella spazio all'aperto del nuovo museo, è possibile osservare scene di vita quotidiana con una cooperativa di lavoratori impegnata nel palmeto. Le donne si dedicano alla lavorazione delle foglie di palma, con cui realizzano ad esempio le tipiche ceste colorate di Tozeur, mentre gli uomini, oltre a lavorare la terra, trasformano il tronco delle palme in sedie, armadi e persino liste di parquet.
Accompagnati da questa guida locale, abbiamo ricevuto tutte queste informazioni e poi ci hanno fatto assaggiare i datteri, un liquore che si ricava da questi frutti, e sempre qui abbiamo acquistato tre chilogrammi di questi saporitissimi frutti. Questi datteri non hanno niente a che vedere con quelli che troviamo in Italia. Una volta ritornati a Bari li abbiamo fatti fuori in pochissimi giorni.
Kairouan deve la sua fama anche alla produzione dei tappeti e noi siamo andati a visitare una fabbrica dove Adriana e Tommaso ne hanno acquistati due.
Quarta tappa
Visita del Souk che si trova nella
parte centrale della Medina. Numerosissimi i venditori ambulanti.
Anche
qui si vendevano tappeti ma di minor pregio,. Il mio naso veniva
solleticato dai profumi delle spezie multicolori disposte a piramide o
dall'odore acidulo del lievito del pane appena sfornato. Qui ho
scattato diverse foto alle donne tunisine intente a fare i loro
acquisti. Sono rimasta colpita dal loro abbigliamento.Alcune indossavano
abiti tradizionali, o bianchi o molto colorati,, tutti drappeggiati ed
il loro capo era coperto.Le più giovani portavano abiti come i nostri:gonne lunghe , pantaloni, t-shirt , camicette ed alcune avevano i capelli scoperti.
Proseguimento per Gafsa dove
abbiamo pranzato ed assaggiato il brik che è una specie di
frittella ripiena di verdure , uova, carne o pesce, fatta con una
pasta sottile e croccante.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto Tozeur famosa per la sua oasi dove si trovano quasi 200.000 palme da datteri. Il procedimento per l'impollinazione è lungo e faticoso perchè bisogna raccogliere il polline dalle piante maschio e distribuirlo a quelle femmina. La pianta maschio non produce frutti ed una pianta maschio può essere utilizzata per impollinare circa 50 piante femmina. Noi siamo andati a visitare l'oasi di Nefta (circa 500.000 palme) su delle carrozzelle trainate da cavalli. La passeggiata è stata molto piacevole perchè eravamo circondati da palme altissime sotto i cui rami pendevano grappoli di datteri color ambra. Per farli maturare e per proteggerli vengono inseriti in sacchi di cotone trasparenti
Il sistema di distribuzione delle acque in queste oasi si deve a Ibn Chabbat, matematico di Tozeur vissuto nel XIII secolo.All'ombra delle palme, l'acqua dei pozzi (scavati a profondità sempre maggiori, anche oltre i duemila metri) viene erogata una volta a settimana, per otto ore di seguito, attraverso canali di irrigazione. La tradizione tunisina vuole uno sviluppo delle oasi su tre livelli: le palme, subito sotto alberi da frutta e, a piano terra, gli ortaggi. L'ombra delle palme da dattero crea infatti un microclima che consente la coltivazione di fichi, mandorle, banane, insalate e fave, ma anche cereali e l'henné utile per la produzione di cosmetici. Nella spazio all'aperto del nuovo museo, è possibile osservare scene di vita quotidiana con una cooperativa di lavoratori impegnata nel palmeto. Le donne si dedicano alla lavorazione delle foglie di palma, con cui realizzano ad esempio le tipiche ceste colorate di Tozeur, mentre gli uomini, oltre a lavorare la terra, trasformano il tronco delle palme in sedie, armadi e persino liste di parquet.
Accompagnati da questa guida locale, abbiamo ricevuto tutte queste informazioni e poi ci hanno fatto assaggiare i datteri, un liquore che si ricava da questi frutti, e sempre qui abbiamo acquistato tre chilogrammi di questi saporitissimi frutti. Questi datteri non hanno niente a che vedere con quelli che troviamo in Italia. Una volta ritornati a Bari li abbiamo fatti fuori in pochissimi giorni.
Poi siamo andati a visitare la parte vecchia di
Nefta e "il canestro o corbeille", immenso cerchio di
30m di profondità occupato da un frutteto e da palme. Qui tutto è
pace e serenità, cielo e terra ed è in questo territorio che è stato
girato il film Star Wars. La gente vive in un modo completamente
diverso dal nostro....
A
Tozeur abbiamo alloggiato e mangiato presso l'Hotel Palmyre, una
struttura ben tenuta e dotata di parecchi confort.
5° giorno su consiglio di
Monsef (che ha modificato leggermente il programma)abbiamo noleggiato
due 4x4 e ci siamo diretti ,attraverso una lingua di cemento che
attraversa il deserto di Chott el Gharsa ( lago salato con
incrostazioni o azzurre o rosa ma solo in alcuni tratti, perchè
alimentato talvolta, soprattutto d'inverno, da piogge molto abbondanti)
,una piatta zona desertica dove abbiamo visto i primi dromedari
all'oasi di Chebika, una delle più importanti oasi di montagna della Tunisia. Qui si è a 20 m sotto il livello del mare. I colori dominanti sono il verde dei palmeti e l'ocra delle rocce e noi, accompagnati da un'altra guida, attraversando spaccature rocciose e un terreno sassoso, ci siamo diretti verso la sorgente di Chebika dove nasce come cascatella per diventare poi un ruscello che scende verso la pianura
La splendida oasi di Chebika in Tunisia è forse una delle più conosciute al mondo. Proprio li è stato girato il film “Star Wars Episode 4: A New Hope”. L’oasi ha preso il suo nome proprio da uno dei personaggi della serie: Chewbacca e sempre qui Rossellini girò il famoso e bellissimo film "Il Messia".
Si riparte e si raggiunge, attraverso strade piuttosto accidentate, un'altra oasi : Midés. Siamo al confine con l'Algeria e difronte a noi , appena scesi dal fuoristrada, appare un profondo canyon. Non possiamo fare a meno di scattare foto o di riprendere con le nostre videocamere questo posto spettacolare. Qua e là sono sparse migliaia di rose del deserto
di tutte le dimensioni, una più bella dell'altra....Io e mio marito decidiamo di andare a piedi fino in fondo proprio dove si è al confine con l'Algeria.Qui ci arrampichiamo su una roccia e possiamo ammirare la parete finale del canyon scavato dal vento e dall'acqua.
all'oasi di Chebika, una delle più importanti oasi di montagna della Tunisia. Qui si è a 20 m sotto il livello del mare. I colori dominanti sono il verde dei palmeti e l'ocra delle rocce e noi, accompagnati da un'altra guida, attraversando spaccature rocciose e un terreno sassoso, ci siamo diretti verso la sorgente di Chebika dove nasce come cascatella per diventare poi un ruscello che scende verso la pianura
La splendida oasi di Chebika in Tunisia è forse una delle più conosciute al mondo. Proprio li è stato girato il film “Star Wars Episode 4: A New Hope”. L’oasi ha preso il suo nome proprio da uno dei personaggi della serie: Chewbacca e sempre qui Rossellini girò il famoso e bellissimo film "Il Messia".
Si riparte e si raggiunge, attraverso strade piuttosto accidentate, un'altra oasi : Midés. Siamo al confine con l'Algeria e difronte a noi , appena scesi dal fuoristrada, appare un profondo canyon. Non possiamo fare a meno di scattare foto o di riprendere con le nostre videocamere questo posto spettacolare. Qua e là sono sparse migliaia di rose del deserto
di tutte le dimensioni, una più bella dell'altra....Io e mio marito decidiamo di andare a piedi fino in fondo proprio dove si è al confine con l'Algeria.Qui ci arrampichiamo su una roccia e possiamo ammirare la parete finale del canyon scavato dal vento e dall'acqua.
Di nuovo a bordo delle 4x4 per recarci verso Tamerza, l'ultima oasi di montagna che ci resta da visitare. Dalla terrazza dell' hotel Tamerza-Palace, un hotel di lusso alle porte del Sahara, la nostra guida ci fa ammirare il panorama della vecchia Tamerza, completamente distrutta nel 1969 da un'alluvione perchè piovve per ben 22 giorni. | |||||
Ora ci spostiamo per
raggiungere la cascata di Tamerze. Dopo alcuni saliscendi la
intravediamo. Appagati, riprendiamo il cammino inverso e dopo un paio di
ore siamo di nuovo a Tozeur. Questa volta la nostra guida ci dà un
po' di tempo per visitare la parte nuova. Nel pomeriggio, prima di
ripartire, visitiamo il museo Dar Cherait che ospita opere di
arte locale e mostra uno spaccato sulla cultura pastorale ed agricola
della regione. Nelle dune di Tozeur sono stati girati: "Il paziente
inglese", "Pirati" di Polanski ed alcune scene di "Guerre stellari". Si riparte verso Douz dove pernotteremo presso l'Hotel Sun Palm. Lungo il percorso costeggiamo il lago salato Chott El -Jérid | |||||
| |||||
Dimenticavo di dirvi
che, prima di recarci in albergo la nostra guida ci ha condotti a fare
una passeggiata nel deserto per assistere al tramonto del sole sulle
dune. Il nostro gruppo è salito su delle carrozze mentre altri turisti
hanno preferito andare in groppa ai cammelli. I più giovani invece hanno
preferito sollevare nuvole di sabbia a bordo di alcuni assordanti
quad.
6° giorno Lasciato l'hotel, ci dirigiamo
verso il centro di Douz per vedere un po' i negozietti ed il posto.
Monsef ci ha detto che qui si trovano degli articoli un po' più
eleganti, degli abiti locali diversi da quelli che siamo abituati a
vedere negli altri bazar e delle scarpe in pelle morbidissima Entriamo
in uno di questi, consigliatoci dalla nostra guida, e ci rendiamo subito
conto che ciò che ci ha appena detto è proprio vero. Io qui non ho
potuto fare a meno di acquistare due paia di scarpe: un paio ,tipo
mocassini, color panna ed un altro, tipo sabots, color vinaccia. Ho
acquistato anche un bellla tunica color panna con numerose guarnizioni.
La foto è questa qui sotto..La collana l'avevo acquistata nell'oasi di
Mendes ed è fatta con denti di cammello dipinti a mano. con l'henné.
All'uscita
dal negozio ci dirigiamo verso la piazzetta dove osserviamo degli
anziani che, seduti per terra, sono intenti a giocare .
Riprendiamo il viaggio
per dirigerci, questa volta, verso Matmata. Andiamo
a vedere una tipica casa del villaggio troglodita berbero
caratterizzato da abitazioni interamente scavate nel suolo argilloso ed
invisibili dall'esterno.
Questa è la signora berbera che ci ha
fatto visitare la sua abitazione. C'è un cortile a cielo aperto e
tutt'intorno si trovano le varie stanze scavate nella roccia proprio
per fare in modo che la temperatura d'estate sia più mite che
all'esterno. Abbiamo anche pranzato in un locale tipico della zona dove
ci è stato servito il couscous.
Nel pomeriggio abbiamo ripreso il nostro viaggio per raggiungere Gabes, l'unica oasi marittima della Tunisia. Prima abbiamo fatto un giro nel souk di Jara dove c'erano numerosissime bancarelle in cui si vendevano articoli d'abbigliamento ed accessori fra cui le famose borse in paglia di Gabes, cianfrusaglie varie.Io sono rimasta colpita dai colori vivaci delle spezie disposte a piramide.
In serata arrivo e pernottamento a Sfax.
7° giorno Partenza per El Jem e
visita dell'anfiteatro, uno dei più imponenti edifici romani
dell'Africa settentrionale.
Proseguimento per Sousse, una cittadina
ricca di spiagge, locali, ristoranti e resa famosa soprattutto dalla
sua Medina .
Altra tappa:
Monastir . Qui
abbiamo visitato il Mausoleo di Bourguiba che si trova alle
spalle del cìmitero, al centro della città. Habib Bourguiba è stato il
pimo Presidente della Tunisia, il leader della lotta per l'Indipendenza
dalla Francia.
Il Mausoleo somiglia ai santuari dedicati ai
Santi. E' formato da tre cupole di cui due verdi ed una dorata e da
due minareti.
Nella città abbiamo potuto ammirare anche Il
Ribat di Harthema, che è probabilmente la principale attrazione di
Monastir.Oggi il cortile è utilizzato per rappresentazioni teatrali e
per spettacoli serali. Nel 1976 il regista Franco Zeffirelli giro' nel
Ribat alcune scene del film per la TV Gesù di Nazareth.
Dopo il
pranzo siamo rientrati a Tunisi .
Così è finita la
nostra avventura in Tunisia. E' stato un viaggio molto interessante per
la varietà dei paesaggi, i monumenti, le vestigia del passato, i colori,
i profumi, la vegetazione, la tradizione gastronomica, il calore della
gente.
Rivolgo un particolare ringraziamneto ad Adriana e Tommaso che ci
hanno permesso di condividere con loro queste emozioni.
Alcune delle foto che avete visto nel post sono state scattate da me.
Le altre potete vederle qui:
http://erikanapoletano.blogspot.com/2010/04/foto-tunisia.html
Alcune delle foto che avete visto nel post sono state scattate da me.
Le altre potete vederle qui:
http://erikanapoletano.blogspot.com/2010/04/foto-tunisia.html
Erika bellissima e istruttiva vacanza.
RispondiEliminaTi sarai divertita un mondo.
Ti abbraccio fino alla prossima!
Sì Stella, molto istruttiva.
RispondiEliminaUn abbraccio anche a te!
bravissima erika. con te ho rivissuto le emozioni di questo bellissimo viaggio. grazie.
RispondiEliminaa presto, per divertirci ancora e per "spazientire" i nostri cari mariti quando andiamo a fare acquisti.
ti abbraccio. adriana
Grazie Adriana|
RispondiEliminaAnch'io non vedo l'ora di incontrarci e di andare a fare shopping per fare inquietare i nostri consorti.
Un bacione
love it.
RispondiEliminaThanks anonimo!
RispondiEliminasei stata molto brava a spiegare e approfondire tutto il percorso che avete fatto
RispondiEliminaSei stata davvero brava a spiegare ed ad approfondire tutte le tappe del tuo viaggio . Meriti un premio ;)
RispondiElimina