Un "balzello" per dormire nella Capitale, dai 5 euro per gli alberghi a cinque stelle, ai 2 euro per i due stelle. Imprenditori e associazioni insorgono, «Così si penalizza la città». Ma il sindaco insiste, «i viaggiatori devono lasciare qualcosa»
«I viaggiatori che vengono a Roma devono lasciare qualcosa a questa città , per i servizi che
questa città offre: è un principio a cui non vogliamo e non possiamo
venir meno. Dobbiamo fare in modo che per le pesantissime condizioni del
bilancio del Comuneci sia anche un contributo da parte di chi viene a visitarla e
utilizza i nostri servizi». Parola del sindaco Alemanno, che nonostante
le dure critiche da parte di turisti, aziende e associazioni non fa
passi indietro. La tassa di soggiorno dovrebbe entrare in vigore
a Roma dal 2011 : non è stato stabilito l'importo, ma si
aggirerebbe attorno ai 5 euro per gli Alberghi
a cinque stelle, 3 euro per i quattro stelle, 2 euro per i due stelle,
per un totale di circa 80 milioni di euro l’anno nelle
casse comunali .
Un "balzello" iniquo e
discriminatorio per tutte le locali
organizzazioni imprenditoriali e le sigle sindacali del settore
turistico, perché colpisce un settore la cui ricchezza rimane sul
territorio, perché rende Roma meno attrattivarispetto
ad altre mete nazionali e internazionali, perché colpisce in egual modo
turisti stranieri e italiani. Il presidente di Federalberghi Roma non
esclude forme di protesta in Campidoglio e sottolinea anche un dato
tecnico: la tassa entrerebbe in vigore nel 2011, ma «i contratti con i
tour operator per l'anno prossimo sono già stati chiusi, e
l'introduzione della tassa renderebbe Roma un teatro di
controversie internazionali».
«La tassa di soggiorno è
obsoleta e iniqua, in grado di danneggiare pesantemente il turismo della
Capitale – rincara la dosa l’Adoc – il settore, nonostante sia cruciale
per l’economia romana e nazionale, è già in difficoltà a causa della
crisi, più che aggiungere tasse di soggiorno si sarebbe dovuto
introdurre incentivi e agevolazioni per i turisti in visita nella capitale e
rilanciare il movimento. Dall’inizio della crisi le strutture
alberghiere romane hanno perso in media il 25 per cento di presenze,
con punte del 40 per cento e per quest’anno la situazione è altrettanto
grave. Prevediamo infatti un calo del 10 per cento delle presenze di
turisti a Roma rispetto al 2009, il "contributo di soggiorno" potrebbe
contribuire ad un ulteriore calo tra il 5 e il 7 per cento».
Confesercenti
sottolinea che il balzello peserà «anche sugli italiani, perché
il 40% della ricettività è rappresentata da italiani che vengono a Roma
per motivi medici, di studio o di lavoro
». Gli operatori lanciano proposte alternative alla tassa:
aumentare il prezzo dei biglietti per musei e siti archeologici, molto
più bassi della media europea; aumentare il biglietto per i
tour by bus; o introdurre una city tax, sul modello newyorkese, per
tassare le transazioni finanziarie che avvengono sul territorio
capitolino. Ma la tendenza internazionale sembra abdare proprio in
direzione della tassa di soggiorno: anche Barcellona,
come già Parigi, potrebbe applicare in futuro una tassa sui
soggiorni turistici, dell'ordine di un euro per visitatore, mentre a
New York, la hotel tax costa in media 3,50 dollari a notte.
Libero News
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