lunedì 6 dicembre 2010

Diario di viaggio: Shanghai ottobre 2010

Verso la fine di settembre stavo saltellando da un sito  all'altro quando mi sono imbattuta in uno intitolato "Viaggi di Architettura". Ho  curiosato qua e là, come sono solita fare, e mi sono soffermata su delle bellissime foto di strutture architettoniche modernissime realizzate in varie parti del mondo   ma improvvisamente il mio sguardo è stato attratto da una proposta di viaggio a Shanghai, nella lontana Cina. L'Oriente mi affascina più dell'America. Ho viaggiato in quasi tutta l'Europa, in qualche paese africano ed ero già stata in Giappone.
Ho letto il programma , ne ho parlato con mio marito ed ho cercato di mettermi in contatto con l'agenzia che vendeva questo pacchetto. In un primo momento mi hanno risposto che, poichè mancava meno di un mese alla partenza, non c'erano posti ma che mi avrebbero inserito in una lista di attesa in caso di qualche rinuncia. Devo confessarvi di essere rimasta un po' delusa perchè nel pacchetto era inclusa anche la visita all'Expo Universale  che quest' anno si è tenuta proprio a Shanghai e che era un avvenimento unico per un Paese come la Cina.
Dopo due giorni ho sentito squillare il mio cellulare , ho individuato subito il numero ed ho risposto immediatamente. Mi comunicavano che un ingegnere aveva rinunciato al viaggio per cui si erano liberati due posti. Non vi dico la mia gioia.....Naturalmente ho dovuto organizzare tutto in fretta e furia perchè c'era bisogno del Visto e quindi dovevo inviare i passaporti  all'Agenzia che a, a sua volta, doveva spedirli all'Ambasciata Cinese a Roma. Alla fine sono riuscita a fare tutto in un giorno e così ho cominciato a studiare il programma, a prendere informazioni su quello che saremmo andati a visitare.
L'Agenzia Viaggi Lionetti  organizza questi percorsi architettonici (nè io nè mio marito siamo esperti del settore ma il programma era troppo allettante) e devo dire che quando ho scoperto che la sede del Tour Operator era a Matera (in Basilicata) mi sono un po' meravigliata perchè generalmente viaggi del genere, che offrono prodotti nuovi, diversi dal solito,  vengono organizzati più al Nord. La cosa mi ha fatto  molto piacere( visto che io sono meridionale) perchè ascoltate cosa dice  Mikaela, una delle responsabili dell'agenzia,  nostra accompagnatrice, una  donna che oltre ad essere  semplice, simpatica, bella, possiede  una laurea in psicologia, è interprete ed ha una specializzazione in marketing: una donna poliedrica.


Ma parliamo del viaggio.

Partenza il 25 ottobre .Volo verso Shanghai da Milano  con scalo a Dubai. Ci siamo fermati in questo aeroporto internazionale, un complesso enorme, base della Compagnia Aerea  Emirates , sia all'andata che al ritorno. Al ritorno è stata dura perchè le ore di attesa per la coincidenza  con l' Italia sono state parecchie ma così abbiamo avuto il tempo per girarlo in lungo ed in largo ed ammirare soprattutto i negozi in cui venivano venduti i preziosi gioielli in oro e pietre preziose in stile arabo. Noi abbiamo viaggiato con la Compagnia Emirates.  Mi sono piaciute moltissimo le divise delle hostess: avevano dei baschetti rossi da cui partiva un velo bianco che circondava il loro volto e scendeva verso il petto, veramente qualcosa di molto raffinato.

Dopo circa 15 ore di volo complessive da Milano siamo arrivati all'aeroporto Pudong di Shanghai realizzato da Paul Andreu nel 1999 ed ampliato nel 2005 da Rogers. (L'aeroporto di Shanghai assomiglia molto a quello di Madrid, realizzato sempre da quest'ultimo architetto). Abbiamo regolato i nostri  orologi spostando le lancette di 6 ore perchè da noi , in Italia,  era ancora in vigore l'ora legale, altrimenti la differenza sarebbe stata  di 7 ore e quindi, quando siamo arrivati,  erano le 15 ora locale Ci siamo diretti verso la stazione del Maglev (Magnetic Levitation), un treno che viaggia a 430 km orari senza toccare le rotaie grazie alla levitazione magnetica. Abbiamo raggiunto il centro in 9 minuti e di lì , con il pullman, ci hanno condotti   al Gran Sol Melia, il nostro magnifico hotel, situato nella zona d'affari Pudong, vicino al fiume Huangpu e alla Oriental Pearl Tower, torre della televisione di Shanghai, progettata da  Jia Huan Cheng  della  Shanghai Modern Architectural Design . La costruzione iniziò nel  1991 e venne completata nel 1995. Alta 468 metri, rappresenta la torre più alta in Asia  e la terza torre più alta del mondo.

All'andata sia io che mio marito non abbiamo sofferto del "mal di fuso" e così dopo un paio di ore , con il gruppo, accompagnati da  Mikaela e dalla guida cinese, il bravissimo Yuan (spero di aver scritto bene il nome) che parlava italiano correttamente e in maniera fluente, ci siamo diretti a visitare a piedi, non distava molto dal nostro hotel, lo Shanghai World Financial Centre con i suoi 101 piani e 492 metri di altezza. A 474 metri dal suolo abbiamo passeggiato su una piattaforma di vetro da cui si poteva vedere la strada ed ammirare tutto il panorama di Shanghai. Questo enorme grattacielo è stato realizzato dallo studio Kohn Pederson Fox per conto di una multinazionale giapponese e viene chiamato il Cavatappi per la forma della parte più alta: apertura che in un primo momento aveva la forma di un cerchio che poi, visto che non era di gradimento dei cinesi perchè ci vedevano la forma del simbolo della bandiera giapponese, è stata trasformata in un rettangolo.
Difronte sorge la Jin Mao Tower (progetto di SOM -. Adrian D Smith) con i suoi 421 metri e 88 piani  che si è vista togliere il primato di grattacielo più alto del mondo dall' "Apribottiglie".



Il giorno successivo Mikaela ha voluto portarci, per iniziare bene  la giornata e visto che la maggior parte dei partecipanti erano donne, allo Spinning Material Market situato al 399 di  LuJjabang Lu nel South Bund. Per raggiungerla la più vicina  Metro Station è Nanpu BridgeLine 4, terza fermata  , dopo essere usciti girare a sinistra, oppure Bus No. 43, 64, 109, 730, 801 e 931 . Centinaia di negozietti identici, disposti su tre piani, dove sarti dalle mani prodigiose possono realizzarvi  in tre  o 4 giorni ( ecco l'altro motivo per cui ci ha portati il primo giorno) abiti, cappotti, giacche, camicie o abiti modello cinese. C'erano montagne di rotoli  di seta  (non più  di 30 euro al metro) con tutte le fantasie, cachemire, tessuti in panno, tessuti per camicie da donna e da uomo. Una camicia da uomo per la quale si potevano scegliere il tessuto, i bottoni, i  tipi di polsini non veniva a costare più di 15 euro. . C'erano anche capi già pronti: una polo, ad esempio,  non più di 10 euro.Qui vengono praticati prezzi di fabbrica. 
Io e mio marito dopo aver dato un rapido sguardo  alle varie bottegucce abbiamo fatto un giro nella strada adiacente e siamo andati a finire in una zona alquanto povera di Shanghai, la Nangang Lu. Abbiamo visto delle case molto fatiscenti  con alle finestre degli stendipanni particolari .Qua e là dei venditori ambulanti di frutta  e verdure locali. Chioschi in cui si preparavano delle specie di crêpes gigantesche che poi venivano attorcigliate e imbottite, foglie di vite o verza farcite e cotte al vapore, ravioloni ripieni  cotti anch'essi al vapore in ceste di vimini.
In questa zona abbiamo notato,  Mikaela ce lo  aveva già accennato, che i bambini indossavano dei pantaloncini che avevano un'apertura sul davanti ed una sulla parte posteriore per fare i bisognini in quanto i pannolini costano molto ed alcuni genitori non  possono permettersi di acquistarli (foto in alto).

Giunta l'ora dell'appuntamento  abbiamo ripreso il bus  da cui abbiamo  visto l'Opera di Paul Andreu in Piazza del Popolo.
(foto a sinistra).  Successivamente siamo andati a visitare il Museo dell'Urbanistica della città (foto in alto): quattro piani di plastici sorprendenti e vari progetti tridimensionali che presentavano il presente ed il futuro di Shanghai. Negli anni '90 si volevano demolire  tutte i vecchi quartieri  di Shanghai per rendere la città moderna. Nel quartiere di Pudong. la zona finanziaria,  ci sono circa 450 grattacieli. Si dice che nascano  come funghi e pensate che gli operai che li costruiscono vengono da zone limitrofe, restano in città per tutto i il periodo che richiede la costruzione e ricevono come paga 9 euro per circa 12 ore di lavoro giornaliere. Per poter sopravvivere bisogna lavorare più di 8 ore al giorno e lo stipendio di un impiegato, di un commesso non è superiore ai 200 euro mensili. I ricchi spesso sono dei piccoli imprenditori, magari nemmeno istruiti, che hanno fatto fortuna e sono diventati miliardari. Un architetto cinese può guadagnare  500 euro  mensili mentre uno italiano arriva anche a 10.000 euro al mese. I nostri laureati sono molto quotati. Teresa, l'altra nostra accompagnatrice, una giovane meridionale laureatasi in lingua cinese alla Ca' Foscari di Venezia e vissuta 4 anni a Shanghai, mi ha raccontato che lei insegnava in una scuola privata e riceveva uno stipendio più alto degli insegnanti cinesi.
Successivamente abbiamo proseguito per Taikang Lu (Lu significa Via) dove ci sono delle case a cortile(Lilong) in cui  è facile perdersi perchè si ha l'impressione di camminare in un labirinto . La zona viene definita la Monmartre di Shanghai. Passeggiando abbiamo incontrato gallerie d'arte, sale da thé, studi di architetti, fotografi e designer, generalmente ubicati ai piani superiori . E' tutto in miniatura, gli spazi sono molto contenuti. C'erano anche molti ristorantini e dei bellissimi ateliers di moda dove si vendevano abiti , i famosi Cheongsam o Qibao, che sono i tipici abiti, sinonimi della  Cina.
Passeggiando in questa zona ho scoperto un negozietto che vendeva delle bellissime sciarpe.  Quelle in cachemire erano meravigliose  ma  molto costose in quanto erano ricamate  sia sul dritto che sul rovescio per cui ho optato per quelle di seta. Tra i vari modelli mi è piaciuta molto una stola con degli alamari che dà la possibilità di indossarla creando ben 5 soluzioni di vestibilità.(www.shanghaiwoo.com) 
Ne ho acquistate una per me ed altre  due per fare dei pensierini .
Nel pomeriggio siamo andati a Xintiandi, zona pedonale  della vecchia concessione francese, dove è ancora possibile poter vedere l'architettura  cinese. Le palazzine sono ricoperte di pietre ristrutturate  e   gli interni  sono  tutti rinnovati. Queste costruzioni venivano chiamate Shikumen.
"Shikumen", meaning "stone gate" , is a special old form of residence in Shanghai. In many ways, it is indeed a gateway to the fascinating history of this largest coastal city of China. In the middle of the 19th century, the uprising of the "Taiping Heavenly Kingdom" forced a large number of residents from Shanghai and its neighbouring Jiangsu and Zhejiang provinces to take refuge in the city's foreign concessions. To meet the needs of the rapidly increasing population, "Shikumen" houses were built in the foreign concessions on an unprecedented scale. A typical "Shikumen" house is built along narrow alleys (or "long-tangs") and features a stone gate framing a black wooden front door that leads into a small enclosed courtyard. This unique architectural setting provided residents with a feeling of security in a turbulent era, and as most of them were developed by foreign companies, "Shikumen" houses had gradually become a symbol of East meeting West in Shanghai. 

Xintiandi è divisa in  Zona Nord e Sud. A Nord si trovano ristoranti specializzati nella cucina francese, americana, tedesca, inglese, braziliana, italiana, cinese, giapponese taiwanese e di Hong Kong.  La linea di demarcazione tra Nord e Sud è rappresentata dalla Casa Museo in cui si è tenuto il Primo  Congresso del Partito Comunista Cinese nel 1921.
Tra i negozi di alta moda  della prima zona abbiamo visitato lo Shanghai Tang(15, Xintiandi North Block, Shanghai 200020)  dove c'è un mix di design tradizionale cinese e moda moderna dai prezzi piuttosto alti.
A Xintiandi siamo ritornati  un'altra sera io e mio marito da soli con un taxi. L'atmosfera era completamente diversa. I taxi costano pochissimo a Shanghai: un percorso della durata di circa mezz'ora non costa più di 4 euro.





Dopo questo giro siamo andati a Moganshan Lu 50 per vedere il progetto  M50 Creative Garden, Si tratta di un' ex fabbrica di tessuti (Chunming Slub Mill) i cui locali furono  recuperati e trasformati  in  gallerie  per  artisti, architetti, studi fotografici in quanto costavano poco. Con l'avvento del nuovo millennio aprirono le prime gallerie d'arte ufficiali e questa zona cominciò  a diventare famosa come centro di  arte contemporanea.

Terminata questa visita Mikaela ci ha portati a visitare un mercato del Fake  ovvero di  merce contraffatta, falsa,  in cui i Cinesi sono dei veri maestri. Io ho acquistato tre borse meravigliose di grandi stilisti ed un  giubbottino per il mio nipotino.
La sera siamo usciti di nuovo per vedere Shanghai by night e Mikaela ci ha portati in un locale dove alcuni hanno cenato mentre altri, tra cui io e mio marito, hanno  preso degli involtini primavera e delle frittelle simili ai nostri panzerottini sorseggiando del buon vino rosso straniero.

E siamo arrivati al 4° giorno.
Non vi ho ancora detto che la colazione in hotel era superba. C'erano naturalmente i   "cibi  strani "della cucina cinese, giapponese, ma per fortuna non mancavano quelli della cucina spagnola ed  italiana. Mio marito ha assaggiato tutto mentre io non me la sono sentita e così ho ripiegato su formaggio, prosciutto, salame, omelette, pankake, frutta  e dolci.
La mattinata l'abbiamo dedicata ai siti classici della città. Per prima cosa siamo andati a visitare il Tempio Yufosi  dove si trova un Buddha di Giada, alto due metri  e ricavato da un unico blocco di giada  verde che si può vedere solo da lontano ma non si può fotografare.Yuan ci ha raccontato che questo Buddha fu portato qui nel 1882 dalla Birmania e fu sistemato  in questo tempio, che funziona anche da seminario, nel 1928. Abbiamo visto anche un altro Buddha di giada bianca disteso e sorridente, con la testa appoggiata su un  palmo della mano e l'altro braccio  su un fianco.

I cinesi sono Taoisti e credono nella reincarnazione. 

La statua della foto  sopra si trova nel Padiglione dei Re Celesti ed è esposta in una vetrina.


Abbiamo ripreso il nostro cammino dirigendoci verso la Città Vecchia ricca di negozi , ristoranti, caffè. C'era tanta gente, che ci si muoveva con grande difficoltà. Bellissime le costruzioni in legno tutte lavorate e decorate con i tetti a forma di pagoda. Passeggiando in compagnia di Yuan ed attraversando dei ponticelli su laghetti brulicanti di pesci rossi di tutte le dimensioni, siamo giunti al Giardino del MandarinoYu costruito tra il 1559 ed il 1577 dalla famihlia Pan. Purtoppo  subì seri danni durante la Guerra dell'Oppio e la rivolta dei Taiping. Successivamente fu ricostruito ed oggi è il simbolo dell'arte Ming. Anche qui laghetti, rocce,pagode.

A pranzo siamo andati presso il ristorante Lubolang (foto in alto), situato nella Città Vecchia, dove  le specialità erano tutte della cucina cinese. I piatti di portata venivano posati su un enorme disco girevole  di cristallo   posto al centro del tavolo . Ognuno faceva scorrere davanti a sè la pietanza che gradiva di più e si serviva. Mio marito ha assaggiato tutto. Pensate che ha mangiato perfino le meduse!!!!!  Io ho preso solo delle zucchine e delle specie di cicorie condite con molto aglio.
Dopo il pranzo abbiamo fatto un altro tour della città e la sera ci hanno condotti allo Shanghai Center Theatre per assistere alla performance della famosissima  Shanghai Acrobatic Troupe. Acrobati  cinesi di fama mondiale si sono esibiti in uno spettacolo sensazionale.   Agilità, bellezza, forza, velocità :queste solo alcune delle doti emerse  durante lo svolgimento dei vari numeri.


shanghai expo 2010Ed eccoci giunti finalmente alla giornata dedicata alla visita del'Esposizione Universale:la prima esposizione mondiale sul tema della vita nelle città:  "Città Migliore, Vita migliore".
Focus lo sviluppo urbano e la sua sostenibilità, l'incontro fra diverse culture nelle città, le nuove tecnologie, le comunità sociali e il rapporto con le zone rurali.
I partecipanti, sono stati 237  tra cui 50  le organizzazioni internazionali presenti, 5 i padiglioni tematici, 7 i padiglioni delle aziende fra cui 11 società statali cinesi: dal petrolio, all'elettronica, dalla navigazione, alle automobili, allo spazio.
Curiosa infine la mascotte di questa edizione dell'esposizione universale. Si chiamava Haibao che significa "tesoro del mare": tutto ciò che a che fare con l'acqua è sinonimo di portafortuna in Cina.
I visitatori complessivi sono stati 73 milioni (quasi tutti Cinesi) contro i 5.6 milioni , 2 anni fa, a Saragozza.
Mikaela ci ha raccontato che in questa occasione sono stati avviati dei lavori di recupero lungo il fiume Huangpu: è stata migliorata la  condotta idrica, sono stati costruiti (ad una velocità indescrivibile) cavalcavia, ponti,. 15 km di giardini,  è stato ampliato l'aeroporto,  è stata potenziata la metropolitana con la creazione della  13 linea. Molte fabbriche che erano sul lato di Puxi sono state eliminate mentre altre sono state spostate. La zona dell'Expo ha occupato una superficie di circa 5.28 kilometri quadrati.Si aveva l'impressione di vedere  una  vera città. Pensate che c'erano strade, bus: noi per andare a visitare il Padiglione della Cina abbiamo dovuto prendere il bus perchè le distanze erano enormi. Per realizzare tutto questo la città ha messo a disposizione 45 miliardi di dollari.
Tra Shanghai e Pechino c'è stata sempre una certa rivalità che, in occasione di questa manifestazione ,si è accentuata ancora di più perchè Shanghai voleva essere inn grado di competere e di strafare rispetto a Pechino che l'anno scorso aveva ospitato le Olimpiadi.
Durante l'Expo il governo ha lanciato una crociata contro l'abitudine, che alcuni abitanti di Shanghai  hanno ancora, di andare in giro per la città in pigiami dai tessuti coloratissimi, soprattutto fiorati. Una volta questo era un indumento   che non tutti potevano permettersi per cui,  poi, quando qualcuno è riuscito ad acquistarsi un pigiama ha creduto opportuno sfoggiarlo anche fuori dalle mura domestiche per ostentare la sua emancipazione, ricchezza.
Noi siamo riusciti a vederne alcuni ed io a scattare di sfuggita qualche foto ( foto in alto e a sinistra)

Io e mio marito abbiamo visitato solo alcuni dei padiglioni delle varie nazioni partecipanti poichè  per poter entrare in alcuni di questi, come quello della Cina, bisognava mettersi in coda per ore. Non abbiamo potuto fare a meno di fare un giro in quello della nostra Italia, che devo dire era stato strutturato molto bene.
Una parte dei padiglioni non sarà smontata  ma creerà uno spazio di esposizione permanente per dimostrare lo sviluppo della storia, cultura, economia, scienza e tecnologia dei paesi di tutto il mondo.

Durante questa giornata siamo stati liberi per cui la sera io e mio marito  abbiamo deciso di fare il Tour del fiume Huangpu. Diversi battelli illuminati a giorno da luci multicolori solcavano il fiume per dare la possibilità ai turisti di ammirare le sponde del fiume al calare della sera. E' stato  uno spettacolo molto bello: da un lato abbiamo ammirato gli altissimi grattacieli  della zona finanziaria  di Pudong  tutti scintillanti per i milioni di led che illuminavano  le loro facciate e dall'altro il Bund con  i  suoi grandiosi  edifici in stile  occidentale degli anni 30  ( belli soprattutto  di sera perchè illuminati da  luci calde).
6° giorno  Siamo partiti a piedi per il nuovo lungofiume Huangpu, ovvero il fiume azzurro. la nostra meta era il Bund che si può raggiumgere a piedi solo  grazie al Bund Sightseeing Tunnel che attraversa il fiume da una sponda all'altra per una lunghezza di 646,7 metri. Anche qui siamo rimasti colpiti dalla tecnologia perchè durante il percorso, chiusi in una navetta, siamo stati bombardati da luci e musica. Sono riuscita a scattare delle belle foto che parlano da sole, purtoppo manca la musica.
Giunti dall'altra sponda abbiamo potuto  ammirare, passeggiando,   i 18 edifici storici risalenti agli anni trenta. All'inizio erano quasi tutte banche, hotel, club creati dalle potenze che controllavano Shanghai tra cui  la Francia, e la Gran Bretagna ( concessioni francese ed inglese);infatti nel XIX e nel XX  secolo il Bund divenne il centro commerciale e finanziario di Shanghai. Con l'arrivo di Mao questo luogo fu considerato  simbolo della vergogna. Le banche furono chiuse così come gli hotel. 

Un progetto di recupero   della zona iniziò averso gli anni '90 soprattutto grazie a multinazionali che si rivolsero ad architetti stranieri tra cui diversi italiani.Shanghai aveva capito che doveva restaurare anche il proprio passato, non bastava costruire solo grattacieli.Noi ne abbiamo conosciuto uno  veneto ,Andrea De Stefanis, che arrivò a Shanghai, quasi per caso, nel 2002 e che, grazie alle sue capacità e, lui dice, soprattutto  grazie ad un colpo di "Fortuna", ora  è diventato uno degli architetti  italiani più famosi del mondo ed  insieme ad altri  colleghi veneti ha creato il Kokai Studio. A loro fu affidato , se ricordo bene da una multinazionale di Taiwan, il progetto di recuperare il palazzo noto come Bund 18 (foto sopra) Il Bund 18 sotto il comunismo era stato trasformato in mezzanini , i decori erano stati boxati per cui gli architetti sono riusciti, per fortuna, a ritrovare tutte le bellezze di un tempo inalterate. Le facciate non dovevano subire modifiche.. Questi edifici, ci ha spiegato l'Architetto De Stefanis, non vengono venduti dallo Stato ma sono dati in affitto al Progetto di Restauro.  Una volta completata il restauro , l'edificio non rimase lì in bella mostra di sè ma doveva  avere una funzione e così i locali  deil piano terra  furono  dati in affitto, a cifre esorbitanti, a stilisti stranieri , tra cui molti italiani: Cartier, Ermenegildo Zegna, Caran  d'Ache, Berko. I  locali dei piani superiori sono invece utilizzati come ristoranti , bar. Qui, al 7° piano del  Bund 18,  è famoso il  Bar Rouge dove si dice che si consuma la più grande quantità di champagne del mondo.


Poi ci siamo spostati al  3 on the Bund dove c'erano delle Gallerie d'Arte ,una bellissima SPA di Evian, un negozio di Armani, ed alcuni del nostro gruppo hanno pranzato nel famoso locale New Heights situato in cima a questa costruzione.



Io e mio marito abbiamo preferito andare a fare un giro lungo il fiume dove ho scattato delle foto anche ad una coppia di giovani cinesi e ad alcuni bimbi.

Nel pomeriggio io e mio marito abbiamo avuto Teresa, di cui vi ho parlato all'inizio del mio diario, tutta per noi (gli altri sono andati a vedere dei progetti realizzati da alcuni architetti) e con lei abbiamo percorso la più  famosa strada   dello shopping  oltre che   la più animata strada del mondo: Nanjing Lu.E' lunga quasi 6 km ed è frequentata da circa un milione di persone al giorno. Parte dal Bund  e termina ad est con il Jin An Temple. Si divide in zona Ovest e  zona Est che è tutta pedonale. Teresa ci ha fatto visitare un'antica farmacia dove si vendevano delle radici costosissime e dei vermi che i cinesi usano come prodotti di bellezza.  C'era tanta confusione, non si riusciva nemmeno a camminare.Al ritorno l'abbiamo percorsa a bordo di un trenino.
Pensate che si dice che ci siano circa 600 negozi.
Prima di lasciare il Bund ho acquistato una borsetta in seta nera con al centro una rosa ricamata   presso il Suzhou Cobblers. C'erano anche  tante pantofoline  in seta di tutte le fogge e colori ed anche capi di abbigliamento: veramente un negozietto squisito.

  
Dopo esserci congedati da Teresa siamo ritornati a Xintiandi per fare un giro di sera. Di lì abbiamo ripreso un taxi e siamo andati a mangiare una pizza al famoso ristorante di Salvatore Cuomo.

Dopo la cena abbiamo ripercorso il Tunnel sotto il fiume Huangpu perchè desideravamo vedere il Bund  di notte. E' stato uno spettacolo unico perchè gli edifici di cui vi ho parlato un po' più in su erano tutti illuminati ed emanavano  un fascino particolare.
L'ultimo giorno siamo andati a fare un'escursione a Zhujiajiao, una cittadina con più di 1700 anni di storia   che dista circa 100 km da Shanghai  ed è paragonata alla nostra Venezia. Un paesino carinissimo, una Venezia in miniatura. Negozietti da tutte le parti, ponticelli, bancarelle con ogni genere di mercanzia, soprattutto prodotti alimentari (cose stranissimeeeeee......) Abbiamo fatto anche un giro dei canali su un'mbarcazione tipica del luogo.
Prima di giungere qui la nostra brava Mikaela ci ha condotti in un luogo, vicino alla città,  dove si trova un ex mattatoio che, grazie ad un progetto di recupero gestito da un grosso imprenditore, è stato ristrutturato ed ora  si chiama 1933 Shanghai. E' un pezzo di archeologia industriale che hanno riqualificato  ed ospita un ristorante cinese, caffè, negozi di arredamento, studi  di giovani grafici europei con pareti di cristallo, una sala conferenze e, all''ultimo piano, perfino  un teatro.Una struttura magnifica che non sembra essere stata utilizzata come ricovero di animali da macello. C'è un Ferrari Club e difronte tre edifici suddivisi in lotti per attività creative


Che dire di questo viaggio? Ci è piaciuto moltissimo per l'organizzazione, per il programma, per la competenza degli accompagnatori, per la loro disponibilità, cortesia,pazienza.Abbiamo visto tante cose interessanti, conosciuto usi, costumi diversi dai nostri.
Un Paese dove  da un lato c'è tanta ricchezza, opulenza, sfarzo e dall'altro ci sono persone che guadagnano  200 euro al mese   senza  assistenza sanitaria.Partorire in un ospedale costa  molti milioni e solo i più abbienti se lo possono permettere.  Le strade sono pulitissime perchè gli  spazzini lavorano fino a mezzanotte e tutti i negozi sono aperti fino alle 10 di sera. Un percorso in taxi che da noi costa sui 30 euro a Shanghai lo pagate solo 4 euro.
Che cosa mangiano i cinesi? Spiedini di vari gusti: bachi da seta, larve, cavallucci marini secchi., riso, polli, anatre laccate-Si dice che proprio grazie a  questo tipo di alimentazione sembrano molto più giovani della loro età anagrafica e che le donne hanno una pelle di porcellana grazie alla soia, alle radici ed alle larve.L'unico cereale che viene coltivato è il riso ma il terreno qui non rende per cui la maggior parte dei contadini preferisce andare a cercare  lavoro in città.
La lingua cinese  è il Mandarino cioè la lingua di Pechino.  Il Mandarino non  ha alfabeto ma  è costituito da circa 45000 ideogrammi. I più usati vanno da 1000 a 1200. La grammatica è semplice mentre sono difficili gli accenti: pensate che  per ogni parola ci sono 4 toni essenziali. A scuola s si impara a scrivere con pennello ed inchiostro su carta di riso. Si inizia a leggere verso la quinta elementare.
Shanghai ha solo  800 anni di storia. Abbiamo chiesto come mai ha avuto tutto questo sviluppo economico in un periodo così breve e Yuan ci ha  raccontato qualcosa.
Il porto fluviale di Shanghai  è  il terzo porto più grande del mondo. Il periodo delle concessioni che va dal  1846 al 1948  fu negativo sotto alcuni aspetti ma positivo per lo sviluppo economico.Prima della Guerra dell'Oppio del 1842 Shanghai praticava solo il commercio interno per paura dei pirati giapponesi. C'erano pochi interscambi:  a Shanghai era fiorente l'industria tessile del cotone  che si scambiava con seta e thé. Persa la Guerra dell'Oppio, la Cina ha dovuto aprire le frontiere grazie alla ottima posizione del suo  porto. Una volta la prima città era Canton ma molti inglesi andarono a controllare e si accorsero che Shanghai si trovava in una posizione strategica perchè vicina al mare e al fiume per cui a poco a poco divenne sempre più importante e ricca.
Fu chiamata la Parigi d'Oriente, fu  considerata un luogo di perdizione, una città dalle facili ricchezze e da guadagni non proprio leciti. La città dove nascevano le mode: sesso , droga. Negli anni '20/30  era il luogo dove regnava la prostituzione, qui non esisteva la legge.
Oggi quando si vede Shanghai si ha l'impressione di stare a New York: è  una metropoli frizzante, in continua evoluzione che vuole far vedere al resto del mondo che la Cina è cambiata.

Se non siete ancora stanchi delle chiacchere che vi ho raccontato e se vi fa piacere potete dare uno sguardo allo slide che ho creato  con  una parte delle foto scattate durante il viaggio.
http://erikanapoletano.blogspot.com/2010/11/foto-shanghai-2010.html



5 commenti:

  1. wooooow non sai quanto ti invidio!!! quel sito (viaggi di architettura) lo conosco bene, lo tengo spesso d'occhio!

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  2. Ciao Erika. Quello che hai scritto e le immagini che hai pubblicato sono rivelatori di un mondo fantastico.

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  3. ciao cara Erika....hai sempre tante cose da raccontare,tante offerte da proporci...vedi,siccome non so quale scegliere,non vado da nessuna parte!
    baci
    lu

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  4. Erika ma che meraviglia questo diario. Pare vi venir con te a spasso per la città.
    davvero un'occasione presa al volo ...ma non credo sia fortuna: è il tuo straordinario fiuto per i VIAGGI !!!

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  5. Ciao a tutte e grazie dei vostri commenti.
    Un bacione
    erika

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Grazie