Ogni
anno, nei primi dieci giorni di dicembre, io e mio marito
partiamo alla volta dei paesi dell'Europa del Nord per visitare i
mercatini di Natale. Nel 2009 abbiamo scelto l’Alsazia, una regione
francese che si trova a Nord-Est, al confine con la Germania.L’ Alsazia
si divide in Basso Reno ed Alto Reno e, durante il periodo
dell’Avvento, si divide in: Strasburgo , paese dei sapori; Sélestat,
paese dell’abete;Kaysesberg e Colmar, paesi delle stelle;Mulhouse,
paese delle stoffe e dei canti. Siamo partiti il 3 dicembre da Bari
verso Stoccarda con un volo A/R della Tuifly al prezzo di 86 euro per
due persone. Ho scelto questo volo perché era il più economico e mi
permetteva di raggiungere il Nord direttamente da Bari. Arrivati a
Stoccarda, dopo circa tre ore, siamo saliti sul TGV (al prezzo di 75
euro A/R per due, prenotato via internet) ) e siamo partiti in
direzione di Strasburgo, capitale dell'Alsazia. Il viaggio è durato
circa un'ora e mezza. Siamo arrivati alle 20:15. Alla stazione abbiamo
preso il Tram A direzione Illrich, siamo scesi a "Hommme de fer" (3
fermate) e ci siamo diretti all' Hotel Klébert, che avevo prenotato via
internet. L'Hotel si trova su Place Klébert dove la prima cosa che ci
ha colpiti, scendendo dal tram, è stato il Grand Sapin, un abete alto
30 metri proveniente dalla foresta di Wisches, illuminato da migliaia
di stelle colorate dei paesi membri dell'Unione Europea e con , nella
parte inferiore, tanti angeli bianchi che suonano la tromba e delle
casette colorate che riprendono lo stile delle abitazioni delle foreste
dei Vosgi. Qui gli abitanti depositano i doni per i più poveri perché
in questa piazza si svolge “ Le village du partage”: si tratta di più
di 60 associazioni di beneficenza che vi fanno partecipi delle loro
azioni di solidarietà. Dall'altra parte della piazza ci sono alberi
illuminati da migliaia di lampadine azzurre. Più in là il mercato dove
si vendono gli alberi di Natale. La piazza è dominata dal Palazzo
"Aubette" e tutt'intorno ci sono negozi di moda, caffè, pasticcerie e
difronte Les Galeries Lafayette che, per l'occasione del Natale, sono
ricoperte da luci rosa e gialle a tenda. La mattina successiva, dopo
aver fatto colazione in albergo, siamo andati in giro per vedere
monumenti e bancarelle. Dimenticavo di dire che in questo hotel ogni
stanza ha un nome di dolce o di frutta e che, di conseguenza, cambiano
l'arredamento ed i colori delle tappezzeria e degli accessori. La
nostra stanza era un po' piccola (caratteristica degli hotel francesi)
ma la posizione dell'hotel era ottima per la sua vicinanza al centro.
Il cielo era coperto, faceva piuttosto freddo ma noi eravamo ben
equipaggiati e quindi non abbiamo avuto problemi. La nostra prima tappa
è stata la Cattedrale di Notre-Dame (chiesa cattolica) che è
vicinissima all'hotel. La guglia del campanile la si vede già da una
certa distanza e, quando si arriva nella piazza omonima, si resta
esterrefatti difronte a tanta bellezza artistica: altissima, ricca di
guglie che si stagliano verso il cielo, il materiale con cui è stata
costruita è l'arenaria rosa dei Vosgi (che mi ha fatto ricordare il
magico castello fatiscente di Heidelberg),lo stile è gotico ed infatti
sembra un ricamo a cielo aperto. All'interno si possono ammirare il
Pilastro degli Angeli con tre ordini di Angeli appoggiati ad una
colonna e l'Orologio Astronomico che abbiamo potuto vedere in funzione
alle ore 12:30 pagando 6 euro. Bisogna acquistare il biglietto
all'interno della cattedrale entro le ore 11.30 presso il chiosco
accanto all'orologio. Si rientra alle ore 11:45, si assiste ad una
proiezione che illustra il funzionamento dell'orologio. Il primo quarto
d'ora è scoccato da un putto alato, il secondo da un fanciullo
adolescente, il terzo da un adulto ed il quarto da un vecchio, quindi
le quattro età della vita. Tutti sfilano davanti alla morte che ha in
mano una falce e nell'altra un battaglio con cui batte tutte le ore
mentre le età, come gli uomini, si riposano durante la notte. Alle ore
12:30 le dodici statue rappresentanti gli apostoli sfilano davanti al
Cristo e ,ogni quattro statue, un gallo, alto un metro, canta sbattendo
le ali per tre volte. Il Cristo alla fine benedice i visitatori. Usciti
dalla Cattedrale abbiamo visitato il mercato di Natale adiacente: non
vi dico che meraviglie di oggettistica e di ghiottonerie. Ad ogni
angolo si vendono il “Vin Brulé (sulla u dovrebbe andare un accento
circonflesso), la birra di Natale (leggermente più alcolica delle altre
e ambrata) le crepes, le gaufres, kraphens, kugluph ( la specialità
dell'Alsazia ) e tanti biscotti al burro (bredle),al cocco (macaron) e
alle spezie. Mentre si cammina alcuni venditori dei chioschi te li
fanno assaggiare. Un po' più in là c'è il “Patinoire” dove adolescenti
e bambini si divertono pattinando e scivolando sulla pista ghiacciata.
Anche noi abbiamo bevuto del vino caldo aromatizzato ed io ho mangiato
una gaufre (una specie di cialda)alla nutella. Sia mio marito Giacomo
che io siamo dei camminatori instancabili., a noi non piace perdere
tempo, quando si viaggia bisogna vedere e la mattina ci alziamo presto
perché la giornata deve essere intensa. Dalla cattedrale ci siamo
diretti verso il Palais Rohan ( ex palazzo vescovile, attualmente sede
di tre importanti musei)dove c'è l'imbarcadero per fare un giro
turistico di Strasburgo a bordo di un battello coperto. A bordo abbiamo
seguito, attraverso una cuffia, dopo aver selezionato la lingua
italiana, la descrizione dei diversi monumenti o palazzi importanti che
man mano si presentavano dinnanzi ai nostri occhi.Abbiamo incontrato
due chiuse, attraversato numerosi ponti ma lo spettacolo più bello è
stato quando siamo arrivati nel quartiere della “ Petite France”
caratterizzato dalle case a graticcio dei “tanneurs” (conciatori di
pelle) e dalle Torri medievali dei Ponts Couverts . Abbiamo navigato
fino alla zona moderna di Strasburgo dove si trovano le sedi delle
Istituzioni Europee: Parlamento Europeo, Consiglio d’Europa e la Corte
dei diritti dell’uomo.Il viaggio è durato circa un’ ora e mezza, siamo
ritornati all’imbarcadero e ci siamo diretti verso il mercato natalizio
di Place Broglie che è il più grande Marché de Noel. Abbiamo visitato
le diverse bancarelle dove erano state esposte decorazioni scintillanti
ed il nostro naso è stato solleticato dai profumi speziati e zuccherati
degli stands di dolciumi, caramelle, cioccolatini e vino caldo. A parte
la temperatura fredda, il tempo era un po’ capriccioso perché dovevamo
aprire e chiudere l’ombrello in continuazione. Al tramonto abbiamo
fatto un giro nelle vie che man mano incominciavano ad essere
illuminate dalle numerose luminarie sistemate per l’occasione. In una
strada erano stati appesi dei lampadari a gocce inseriti in dei cubi
trasparenti; in piazza Gutenberg c’era un albero di luci azzurre che
simulavano la neve con ghiaccioli bianchi e non vi dico gli addobbi
alle finestre delle case.... Non ho parole per descriverli. Ho scattato
circa 500 fotografie ed ho realizzato un filmino perchè non potevo fare
a meno di portare con me un pezzo di Alsazia nel periodo natalizio.
Orsi di tutte le misure, renne, babbi Natale, cuori, angeli, rami di
abete, slitte, abeti, palle e palline multicolori, gnomi,
angeli,papere, cicogne..Una pasticceria aveva come decorazione esterna,
sopra le vetrine, dei rami di abete in cui erano state sistemate delle
gigantesche torte in polistirolo tutte decorate.Si dice che in Alsazia
gli abitanti gareggino fra di loro per abbellire le finestre delle
abitazioni e rendere magico il Natale. Una strada era tutta adorna di
rami secchi spruzzati di bianco, un’ altra da abeti bianchi per cui si
aveva l’impressione che fosse nevicato. Quanti ristoranti, quante
panetterie, quante pasticcerie, quanti chioschi! A proposito lo
sapevate che l’Alsazia è il paese delle cicogne? Ce n’erano di carine
di peluche, avrei voluto comprarne una ma temevo che mio marito mi
prendesse in giro. Abbiamo cenato in un Winstub che è una specie di
birreria dove si servono piatti tipici alsaziani. E’ una parola di
origine tedesca perchè l’Alsazia è stata dominata diverse volte dalla
Gemania per cui nella lingua sono presenti anche dei lemmi tedeschi
come ad esempio Kougelhopt, dolce tipicamente tedesco. Ritornando alla
cena, io ho mangiato una Tarte Flambée (una specie di pizza) con
cipollla (io non l’ho fatta mettere), pancetta e munster (formaggio
della zona) mentre mio marito ha preso una choucroute (carne di maiale
con crauti) il tutto anaffiato da Birra di Natale. Siamo rtornati in
Place Klébert per ritirarci in albergo e qui abbiamo assistito ad uno
spettacolo di luci e colori: il grande albero di Natale era tutto
illuminato così come i palazzi circostanti e il tutto risaltava di più
grazie all’oscurità.
Venerdì
5 dicembre ci svegliamo presto perchè dobbiamo andare a Kaysesberg e
per poterla raggiungere bisogna prendere prima il treno per Colmar e
poi, alle 11:15,l’autobus 145 della Linea LK (fermata quasi difronte
alla stazione di Colmar). E’ un delizioso paesino che dista da Colmar
circa 30 km. Quando scendiamo dall’autobus e cominciamo ad addentrarci
nelle viuzze scopriamo tante case a graticcio una più caratteristica
dell’altra e dai colori più disparati: gialle, rosse, rosa, azzurre. Di
kaysesberg si parla per la prima volta nel 1227; infatti in questo
periodo Enrico VII, figlio di Federico II di Hohenstaufen, acquistò il
castello di Kaysesberg,punto strategico, allo scopo di controllare il
passaggio della vallata. Nel 1923, il re Adolfo di Nassau accordò al
paese il titolo di città imperiale. Kaysesberg è situata all’ingresso
della Valle del Weiss che collega l’Alta Alsazia con la Lorena
attraverso il colle del Bonhomme. Le sue principali attività erano il
commercio, l’artigianato e l’esportazione dei suoi vini. Ma la guerra
dei Trenta anni (1618/1648) pose fine a questo fiorente sviluppo
economico. Poi fino alla Rivoluzione francese la cittadina si riprese,
ma fu nuovamente messa a dura prova dalla lotta per la liberazione nel
dicembre 1944. Oggi è una delle perle dell’Alsazia. Mentre ero sul
pullman, ho ascoltato una conversazione tra due signore ed una di loro
si ricordava che, durante la guerra e la dominazione tedesca, a scuola
era vietato parlare in francese e se qualcuno lo faceva veniva
bacchettato sulle mani. Qui ho avuto l’impressione di vivere nel mondo
di una favola nordica perchè non c’era una casa che non fosse stata
ricoperta da rami di abete con decorazioni di ogni tipo. Se
un’abitazione ha cinque finestre, ognuna viene agghindata con oggetti
diversi. Ce n’era una che aveva un Babbo Natale su una slitta, un altro
che era appeso ad una mongolfiera , un altro che saltava giù dalla
finestra, un altro che si arrampicava su una scala.....Anche qui
abbiamo visitato le chiese,i diversi mercatini natalizi, i negozi con i
loro prodotti locali(soprattutto vini), le pasticcerie piene di dolci
praparati per le festività.Percorrendo la via centrale siamo arrivati
fino alla casa natale e al museo del Dottor Albert Schweitzer, famoso
medico missionario nell’Africa equatoriale. Quando, alle 17, si sono
accese le prime luci, Kaysesberg è diventata ancora più fantastica.
Abbiamo ripreso l’autobus e poi il treno da Colmar verso Strasburgo (il
percorso dura 30 minuti, 2 fermate da Strasburgo). Abbiamo fatto un
giro per Strasburgo in cerca di un ristorante: i soliti profumi, le
solite luci, i soliti colori, e musica natalizia in Place Klébert e in
Place de la Cathédrale.
Sabato
6 dicembre siamo andati a Colmar. Abbiamo raggiunto il centro dalla
stazione in un quarto d’ora. A Place des Dominicains c’era il
tradizionale mercato di Natale, con un villaggio fatto di casette di
legno che sembrava appena uscito da una favola renana.Abbiamo seguito
il percorso tracciato dalle luci nel centro storico fino a giungere al
mercato di Natale dei bambini in Place des Six Montagnes Noires. Poi il
mercato di Natale de l’Ancienne Douane, all’interno del Koifhus, centro
economico e politico della città nel Medioevo, che proponeva una vasta
scelta di oggetti d’arte moderni ed antichi. A Place Jeanne d’Arc
abbiamo scoperto Il Mercato”Territori e Tradizioni” con salumi,
formaggi, dolci di ogni tipo. A Colmar oltre ai mercati nel cuore della
città vecchia si svolgono altre manifestazioni: racconti in musica e
favole di Natale, concerti ed eventi musicali, esposizioni a tema,
visita notturna alla scoperta della vecchia Colmar illuminata. Colmar
deriva da Columbarium( tenuta delle colombe) poi diventerà Columbra e
successivamente Colmar. Anche qui le case sono a colombaia, cioè a
graticcio. Abbiamo visitato la Chiesa dei Domenicani che è un
capolavoro dell’arte gotica con delle bellissime vetrate e nella vicina
Collegiata di San Martino, chiesa gotica , c'è una meraviglia dell’arte
medievale: la Vergine con il cespuglio di rose. E’ un dipinto, alto due
metri, realizzato da Martin Schongauer nel 1473 per l’altare. A Colmar
è nato Bartholdi, creatore della Statua della Libertà di New York:si
dice che lo scultore si sia ispirato per il volto alla madre e per il
corpo alla moglie. La statua della Libertà, completata in Francia nel
1884 fu trasportata a New York sulla fregata francese “Isère” scomposta
in 350 parti.Nel nostro percorso abbiamo fotografato la Maison Pfister,
dimora borghese, con un drappiere scolpito in legno, in rue des
Marchands e in rue des Tetes (gli accenti circonflessi non li metto
perchè dovrei usare la tastiera francese) la Maison des Tetes con le
sue 106 figurine scolpite sulla facciata. Ma ciò che è stato più bello,
a mio parere, è quando siamo arrivati alla Petite Venise: torrenti,
canali su cui si affacciano vecchie case a graticcio dai mille colori,
ben conservate, il porto turistico ed anche qui c’è il quartiere dei
Tanneurs, come a Strasburgo. Alle ore 16 ci siamo diretti al ponte
della rue Turenne dove c’è una barca con Babbo Natale perchè avevo
letto che ci sarebbe stato uno spettacolo sull’acqua:” Les enfants
chantent Noel sur les barques”. A poco a poco la folla è andata
aumentando, noi abbiamo preso posizione sul ponte e alle 17 in punto è
sopraggiunta una barca con San Nicola, patrono degli studenti che porta
doni ai bambini buoni insieme al Père Fouettard (un personaggio che
nella tradizione punisce i bambini che non si sono comportati bene).
Poco
dopo sono arrivate tre barche tutte lluminate con a bordo tanti bambini
che, con flauti ed altri strumenti, hanno cominciato ad intonare i
tipici canti natalizi.Un po’ stanchi ed infreddoliti siamo ripartiti da
Colmar incantati da questa magica atmosfera.
Domenica
7 dicembre abbiamo preso il treno per Mulhouse, villaggio che ha
iniziato la sua avventura umana nel modo più umile: un mulino ,come
indica il suo nome Muhle=moulin, solitario accanto al quale sono venute
poi a edificarsi alcune case. La prima citazione risale all’803. Nel
XII secolo Federico Barbarossa offre a Mulhouse importanti privilegi e
fa arrivare artigiani e agricoltori. Risparmiata dalla Guerra dei
Trent’anni la Repubblica indipendente di Mulhouse investe e si lancia
nell’industria tessile con la creazione della prima manifattura di
stampa su tessuto nel 1746. Nel 98 Mulhouse sceglie di unirsi alla
Francia e le imprese si moltiplicano con lo sviluppo della
meccanizzazione, della chimica, dele scuole, della creazione del canale
del Rodano e del Reno e la nascita della ferrovia.La città è ricca di
musei: Museo storico, Museo delle Belle Arti, Museo dell’automobile,
Museo del treno,Museo dell’Elettricità, Museo della Carta da Parati ed
il museo della Stampa su Stoffa che noi abbiamo visitato. Questo museo
presenta 250 anni dell’epopea tessile. Oggi viviamo con gli stampati.
Da dove vengono queste stoffe dai disegni e dai colori così sensibili
alla moda? Come sono state create, disegnate, nel corso degli ultimi
tre secoli? In questo Museo si scopre questa storia appassionnante che
inizia con l’arrivo in Europa delle tele di cotone trasportate dalle
navi della Compagnia delle Indie che provocò un cambiamento industriale
che trascinò con sè l’intera città di Mulhouse. Mulhouse nel periodo
natalizio viene definita Città delle stoffe e dei Canti: infatti appena
siamo usciti dalla stazione abbiamo visto che il Palazzo della Camera
di Commercio era stato decorato con drappi di tessuto stampato con
motivi natalizi che ogni anno cambiano. I motivi del Natale 2008 erano
delle fasce con delle palle rosse e verdi alternate a rami di abete, il
tutto su un fondo color verde. Proseguendo il nostro cammino verso il
centro abbiamo visto che il Museo delle Belle Arti ,che si trova in un
bellissimo palazzo color rosa, era stato anch’esso ricoperto di tessuto
drappeggiato così come la Fontana che si trova accanto alla Cattedrale
di Saint Etienne. Faceva molto freddo quella mattina per cui abbiamo
bevuto subito del vino caldo.Tra i monumenti, oltre la cattedrale in
stile neo gotico che è stata costruita al posto di un’altra chiesa
risalente al XII secolo, abbiamo visto la Maison Mieg risalente al XV
secolo che un tempo è stata albergo e che porta il nome del pittore che
l’ha abitata fino al 1840.Poi la Farmacia au Lys che risale al XVII
secolo. Dopo aver dato uno sguardo alle varie mercanzie,ci siamo
diretti verso il mercato degli ungheresi, perchè quest’anno Mulhouse
ospitava gli artigiani ungheresi ma devo dire che è stata una
delusione. Anche le vie laterali avevano al centro degli addobbi in
tessuto. Una venditrice mi ha detto che nel pomeriggio ci sarebbe stato
un concerto natalizio all’interno di Saint Etienne ma, poichè faceva
molto freddo, noi non siamo rimasti. Abbiamo fatto un altro giro e in
un chiosco abbiamo comprato degli gnocchetti conditi con formaggio
filante,dei crauti con wurstel e un bel bicchiere di birra alla
spina.Una volta rinfrancati nel corpo, ci siamo diretti alla stazione
per ritornare a Strasburgo.Arrivati inPlace Klébert c’era un nuovo
mercato che occupava quasi tutta la piazza. Mio marito è andato in
camera per riposarsi un po’ed io sono corsa a curiosare tra le varie
bancarelle dove ho comperato due formine di legno per fare i
biscotti(una a forma di albero e l’altra forma di cuore) e due Cd
musicali di canti natalizi in francese. Dopo aver fatto altri giri in
mezzo alle altre bancarelle, (era impossibile camminare, eravamo gli
uni attaccati agli altri), sono ritornata in albergo e di lì i siamo
andati a cenare in un ristorante italiano dove abbiamo ordinato due
belle e buone pizze.
Ultimo
giorno in Alsazia:partenza per Sélestat, un grazioso borgo medievale a
20 minuti da Strasburgo. Qui si trova la famosa Biblioteca Umanistica
dove c’è un testo risalente al 1521 in cui si parla per la prima volta
dell’usanza dell’abete in occasione del Natale, ispirata forse dal
soggiorno che trascorse qui Carlo Magno nel 775 al ritorno da
Thionville e diretto in Italia per una campagna militare. Era lunedì e,
nonostante Natale, abbiamo trovato i negozi chiusi per cui siamo stati
un po’ sfortunati: la cittadina sembrava addormentata sotto una coltre
di nebbia. Abbiamo passeggiato fino alla Place d’Armes dove si trova
l’Hotel de Ville, poi siamo andati in rue du Sel dove c’era un
panificio i cui panettieri preparavano davanti a noi
baguettes,Kugluph,e tanti altri dolci al pan di spezie. Di lì abbiamo
visto la Bibliothèque Umaniste e poi la Cattedrale di Sainte-Foy, un ex
convento benedettino, il cui interno ci ha particolarmente colpiti
perchè ad ogni arcata della navata centrale era appeso un enorme abete
sui cui rami erano appese delle palle a forma di mela (simbolo del
peccato originale) e tante stelle ed in tutto ne abbiamo contati otto.
Dei faretti li illuminavano e un dolce canto natalizio rendeva ancora
più mistica la nostra visita. Qui ed in Germania nelle chiese è sempre
presente, accanto al Presepe, anche l’abete che da noi viene
considerato profano, eppure sono chiese cattoliche! Dalla Tour Neuve si
entra nel centro storico e ci sono delle belle abitazioni che, per
l’occasione, erano tutte riccamente addobbate. Infine ci siamo diretti
verso una zona chiamata Vecchio Porto, in prossimità del fiume Ill,
dove abbiamo trovato, finalmente, delle case a graticcio molto vecchie.
Nel primo pomeriggio ci siamo trasferiti a Strasburgo e qui siamo
andati a fare un ultimo giro per visitare la Chiesa protestante di San
Thomas (niente di particolare) e l’ultimo mercatino di Natale che ci
mancava ancora cioè Le Marché des bredle et le royaume des vignerons de
la “Couronne d’or”. Quest’ultimo è stato veramente una sorpresa.... Ha
l’apparenza di un enorme pacco regalo pieno di dolci...les Bredle... a
migliaia...Etoiles all’anice e pan di spezie, Leckerli,
Kolosmarkrone... da degustare accompagnati da un bicchier di vino dei
famosi vigneti alsaziani. In un angolo era stato allestito un piano di
lavoro dove un pasticciere lavorava della pasta lievitata, la
trasformava in panetti mentre un altro, con una velocità ed abilità
indescrivibili, li trasformava in pupazzi che poi venivano infornati
per essere venduti.Ultimo giro in Place Klébert, ultime foto al Grand
Sapin!
Martedì
9 dicembre partenza con il TGV da Strasburgo per Stoccarda. Qui siamo
stati già l’anno scorso e ci siamo ritornati per ripartire l’indomani a
Bari, con volo diretto. Siamo arrivati verso le 11:30 e, dopo aver
acquistato un biglietto giornaliero della metro tedesca, ci siamo
diretti all’Hotel Bavaria Munchen prenotato su Booking.com al prezzo di
75 euro per notte con una prima colazione ottima ed abbondante.
Depositate le valigie, siamo andati subito in giro. Poichè ricorreva il
nostro 34° anniversario di matrimonio, avevo il desiderio di rivedere
un luogo,a mio avviso molto romantico , situato a Feuersee, una fermata
della linea S2 o S3. Appena usciti dalla stazione della metro davanti
ai nostri occhi è apparso un grande lago, quest’anno erano quasi
ghiacciato, in cui nuotavano o passeggiavano tante papere che ogni
tanto si rifugiavano nelle casette che erano state costruite per loro.
Per terra un manto di foglie rosse cadute dai rami di alcuni platani
ormai spogli, qualche salice piangente con sullo sfondo le guglie della
Chiesa di San Giovanni che si stagliavano verso il cielo azzurro e
soleggiato. Abbiamo scattato le foto ricordo come l’anno precedente e,
dopo aver ripreso la metro, ci siamo diretti verso il centro per veder
un po’ di negozi ed vari mercatini (circa 200 bancarelle una più bella
dell’altra). Abbiamo mangiato nei vari chioschi presenti le tipiche
specialità tedesche ed abbiamo continuato il nostro giro fino alle 18
quando ci siamo diretti nel cortile interno dell’ Altes Schloss
(vecchio castello) per assistere ad un concerto natalizio. Ogni sera se
ne svolge uno. Noi lo sapevamo perchè vi avevamo già partecipato l’anno
scorso solo che quest’anno, invece del concerto con l’orchestra al
completo, c’era solo il Coro della Polizia di Esslingem che eseguiva
dei canti natalizi. E’ stato bello ma un po’ monotono.
Il
giorno dopo siamo rientrati a Bari. Che dire del Natale in Alsazia?
Fantastico, magico.. Abbiamo riscoperto il vero calore dell’Avvento, il
sentimento di Pace,di Amore, la gioia dei preparativi. Candele,
ghirlande, lanterne, pupazzi...i mercatini illuminano tutta l’Alsazia,
facendo brillare ogni sguardo, illuminando tutti i sorrisi. Abbiamo
ritrovato, come quando eravamo bambini, la voglia di vedere tutto e di
assaggiare tutto...ed il desiderio di far rivivere ancora e sempre
queste belle tradizioni...
E qui le foto scattate da me:
http://erikanapoletano.blogspot.it/2013/02/foto-mercatini-di-natale-alsazia-2008.html
E qui le foto scattate da me:
http://erikanapoletano.blogspot.it/2013/02/foto-mercatini-di-natale-alsazia-2008.html
Adoro i mercatini di Natale...stata a novembre passato...n ricordo il nome del paese, ma ricordo un freddooooooooooo!!
RispondiEliminasono carinissimi!
bacione
azzurra
Bellissimi i mercatini, anch'io ne sono appassionata!!!!
RispondiEliminaErika un diario di viaggio bellissimo ,spero di riuscrire a tornarci magari il prossimo anno saluti Chiara
RispondiEliminaMi fa piacere che ti sia piaciuto, cara Chiara.
RispondiEliminaUn bacio
erika