mercoledì 10 marzo 2010

Gita domenicale in Basilicata:Irsina


Due domeniche fa siamo stati ad Irsina con l'Associazione culturale Orizzonti di Bari a cui siamo iscritti.
Irsina è uno dei paesi più antichi della Basilicata, come testimoniano numerosi reperti archeologici risalenti ai periodi greco e romano. Dal  Medioevo  fino al 6 febbraio 1895 il nome del paese era Montepeloso. Per quanto riguarda l’etimologia, sembra che il nome Montepeloso derivi dal greco plusos, che vuol dire terra fertile e ricca, modificato in pilosum dai latini. Altri dicono che peloso poteva essere riferito alla presenza do orsi  nella località .
Fu occupata da Saraceni, Bizantini , Normanni e Svevi.
Dovete sapere che il numero degli abitanti è considerevolmente diminuito nel corso degli anni a causa dell' emigrazione verso gli Stati Uniti e l' Argentina perchè si tratta di un paese dove non c'è lavoro. L'unica attività è l'agricoltura e negli anni ''60, a causa di carestie , molti irsinesi si son visti costretti a trasferirsi nel Nord Italia.
Al nostro arrivo siamo stati accolti da due fondatori della Cooperativa giovanile ARENACEA creata proprio per fare in modo che le ricchezze naturali ed artistiche di questo paesino, che  sorge su un altipiano collinare, non andassero perse, dimenticate ma valorizzate. 
Due sono le sue principali attività:
  • la gestione dell’ex Convento francescano di Irsina (di proprietà comunale) come spazio culturale polifunzionale allestito ed attrezzato per produrre ed offrire alla collettività molteplici attività ed iniziative culturali, sia a carattere permanente (musei) sia a carattere temporaneo (mostre, spettacoli teatrali e musicali, rassegne cinematografiche, convegni);
  • la gestione di un servizio di ricettività turistica alternativa a quella alberghiera, utilizzando unità immobiliari del centro storico di Irsina, di proprietà privata, attualmente inutilizzate o sottutilizzate. 


Il cielo era coperto e soffiava un vento alquanto freddo   ragion per cui  ci hanno condotti  subito a visitare la Cattedrale barocca dedicata a Santa Maria Assunta dove c'era un po' di tepore grazie a delle   stufe che erano state accese per i fedeli che avrebbero partecipato  successivamente  alla Santa Messa.
 La Chiesa è formata da  tre navate. Nella cappella  di destra abbiamo potuto ammirare un capolavoro del Mantegna.

Sì, proprio del Mantegna! Si tratta dell'unica  statua marmorea realizzata da  un Mantegna giovane e  raffigurante S. Eufemia.
Fino al 2007 è rimasta posizionata in una nicchia abbastanza alta e poi, finalmente, è stata sistemata su un piedistallo girevole  in cui è possibile ammirarla in   tutta la  sua  bellezza.  E' difficile vedere una statua nella sua interezza ....Nella parte posteriore si rimane colpiti dalla folta e lunga chioma e da un drappeggio che la avvolge.
Nel 2006 è stata trasferita a Mantova  per essere esposta in una grande mostra che celebrava, insieme a Verona e Padova, i cinquecento anni dalla morte del genio del Quattrocento.
Dal  settembre  2008  al gennaio 2009  ha avuto l'onore di essere esposta al Louvre.
Nella navata centrale si trova  un reliquario contenente un osso del braccio della Santa. 
Durante la persecuzione di Diocleziano, a soli quindici anni,  Santa Eufemia fu arrestata assieme ad altri quarantanove cristiani che avevano rifiutato di immolare una vittima ad una divinità pagana. Come gli altri fu torturata, ma restò sempre fedele ai suoi ideali spirituali rifiutando di compiere l'olocausto. Il 16 settembre del 303 fu gettata nell'arena di Calcedonia tra i leoni. Secondo la tradizione, essi la uccisero ma, mangiatone la sola mano destra, rifiutarono di divorare il resto del corpo, intuendo la sua santità.
Sull’altare maggiore c'è un crocifisso in legno del ‘400, opera della Bottega del Donatello; un tempo parte della collezione De Mabilia, è stato donato alla chiesa nel 1454, assieme ad altre opere di grande valore come la statua della Madonna con bambino, collocata nella prima cappella della navata sinistra, ed attribuita a Niccolò Pizolo.
Si tratta di un crocefisso diverso dagli altri perchè la testa si può staccare. I capelli sono veri e sul capo la corona di spine è stata ricavata dal  legno  di un albero di rose.

Poi ci hanno condotti a visitare  la cripta, alla quale si accede da due piccole porte . Costruita in pietra locale,  è sorretta da pilastri; nel lato verso Sud ingloba uno sperone della roccia su cui poggia l'intera costruzione che ha resistito anche ai bombardamenti del 1943; è stata usata come ossario fino all'editto napoleonico del 1804 che imponeva la costruzione dei cimiteri fuori le mura dell'abitato.


Altra tappa la  la Chiesa  del convento di San Francesco che anticamente era un Castello di Federico II.

La sua cripta conserva affreschi di scuola umbro-senese del 300 raffiguranti il Redentore, l'Incoronazione, l'Annunciazione, la Crocifissione e la Resurrezione. Purtroppo questi affeschi sono in uno stato di degrado e , nonostante siano state fatte  numerosissime richieste di interventi, dispiace che nessuno sia disposto a finanziarli.





Alle 13 siamo andati a pranzare presso l'ex Convento di San Francesco.
La cooperativa di cui vi ho parlato prima ci ha fatto assaggiare dei pìatti tipici realizzati con prodotti di produzione locale.
Menu
Antipasti
Verdure grigliate (melanzane, zucchine, peperoni)
Salame e pecorino locale
Bruschette
Ricotta con vincotto (vino ottenuto dalla cottura di fichi)
Patate con peperoni cruschi (peperoni fatti seccare al sole  e successivamente frittiSee full size image)
Olive fritte
Primi
Orecchiette fresche con funghi cardoncelli e rucola
Capunti alla montepelosana (con sugo di agnello)
Secondi
U calaridd' (tipico piatto irsinese a base di agnello cotto con verdure varie)
Salsiccia di maiale arrosto con contorno di patate
Frutta e dessert
Frutta fresca
Tiramisu
Il tutto anaffiato da un vino rosso  primitivo.
Tutto è stato preparato con semplicità ma soprattutto con amore.

Nel pomeriggio ci hanno condotti.,dopo una passeggiata per il centro storico, a visitare i Bottini di contrada Fontana. Si tratta di una rete di cunicoli e gallerie che captano le acque dalla ricca falda freatica per aumentare la disponibilità di acqua potabile. I  bottini canalizzano le sorgenti per realizzare abbeveratoi e fontane.
Al centro delle gallerie è presente un canale lungo il quale scorre l'acqua alimentata dalle varie sorgenti, tutte ad altezza d'uomo e percorribili.


Le nostrre guide ci hanno raccontato che  molte abitazioni sono in stato di abbandono ed alcune sono state acquistate da  Inglesi che, passando di qui, si sono innamorati del posto ricco di pace, di aria salubre,  di bellezze artistiche e di paesaggi agresti che trasmettono tanta serenità. Le hanno ristrutturate e vengono a trascorrerci le vacanze o le affittano. Si tratta di una forma d'investimento molto conveniente perchè qui i prezzi sono ancora molto contenuti.

Una cosa che mi ha colpito è la buona volontà di queste persone che, pur di non abbandonare la propria terra, sono  disposte  a sacrificarsi,  a rendersi  sempre disponibili, a studiare, a lottare  per non far cadere nell'oblio la propria terra...
Una dellle  guide era un sessantenne che io credevo, da come si esprimeva e descriveva, fosse  un esperto di arte:  ogni tanto usava anche espressioni  in latino come ad esempio "in illo tempore"...
Alla fine abbiamo scoperto  che era un bracciante....

Io ho già dedicato dei post per diffondere la conoscenza di questa regione, spesso volutamente dimenticata. e  voi  li  potrete trovare sotto l'etichetta Basilicata.

 Durante tutto il periodo estivo si organizzano eventi per allietare il soggiorno dei residenti e dei turisti: intrattenimenti musicali, serate danzanti, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali, sagre. La Sagra del Vino e della Lumaca si svolge il 17 ed il 18 agosto in via Lucana, sotto la medioevale torre campanaria, durante la quale si possono gustare saporitissimi piatti di lumache accompagnati da un  ottimo vino locale.
Se avete la possibilità , venite a fare un giro da queste parti. Non ve ne pentirete!!!!





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